Le truffe, i complotti politici, i casini finanziari e giudiziari. Sono questi i grandi casini del momento: da inizio millennio caratterizzano la cronaca di gran parte del globo, molto più di quanto non lo fosse stato in passato. Allora perchè non prendere spunto da questi elementi per girare un film? L'idea è venuta allo sceneggiatore Tony Gilroy, famoso soprattutto per aver curato lo screenplay dei vari film sul personaggio di Jason Bourne e di "L'avvocato del diavolo".

Nel 2007 Gilroy decide di lanciarsi in questa nuova avventura e gira quello che è il suo primo lungometraggio, avvalendosi di produttori come George Clooney
(anche protagonista del film) e Sydney Pollack.

La storia racconta del famoso avvocato Michael Clayton. La sua carriera lavorativa va abbastanza bene, discorso diverso per la sua vita privata: un divorzio, un rapporto complicato con il piccolo figliolo e debiti di gioco rendono tutta la sua esistenza più difficile. Eppure nulla è ancora così ingarbugliato come sta per accadere. Clayton è un amico di Arthur un avvocato schizzoide che invece di difendere la U North, cioè svolgere il suo ruolo, inizia a tentennare sulla sua posizione, arrivando infine a comprendere la vera realtà delle cose. La sua pazzia non aiuta però il lavoro di Clayton e i due arriveranno infine a trovarsi all'interno di un meccanismo molto più complesso di quanto ci si poteva aspettare.

Su queste coordinate filmiche che all'apparenza lasciano molto spazio ad un lungo groviglio di azione e spionaggio, la resa effettiva del film di Gilroy è invece scarsa sotto diversi punti di vista. Il cineasta sceglie di non concentrarsi sui risvolti spettacolari della vicenda, ma ci descrive tutte le lunghe pieghe del racconto con semplicità registica ed efficacia. Capirete però che due ore di film senza avvenimenti o scene particolarmente coinvolgenti finisce per annoiare, abisso in cui Michael Clayton finisce con tutti i suoi risvolti. Il dramma personale del protagonista (un buon George Clooney) non serve ad un film che dovrebbe fare della suspense e della tensione i propri cavalli di battaglia.

Sia chiaro: nella sua non sufficienza la pellicola di Gilroy lancia degli interrogativi interessanti, mostrandosi anche coraggioso per la decisione di affrontare una storia di questo tipo al suo primo lungometraggio. A vedere il film non mancano i concetti o il loro sviluppo, ma mancano gli "avvenimenti". Non c'è quella scintilla che lancia l'intera vicenda in una storia di cui lo spettatore vuole arrivare subito a conoscenza: il tono rilassato e il lunghissimo flashback iniziale non contribuiscono a rendere il film riuscito sotto l'aspetto dell'intrattenimento.

Sul piano prettamento registico Gilroy svolge bene il suo lavoro, senza sbavature, così come degni interpreti sono George Clooney, Tom Wilkinson e lo stesso Pollack. Inoltre per la sua interpretazione in Michael Clayton, l'attrice Tilda Swinton venne premiata con l'Oscar.

Tony Gilroy lancia spunti interessanti e lo fa con puntualità e precisione, prediligendo però un'impostazione fin troppo classica. Il film finisce con il diventare un dramma vicino al giallo, mentre di situazioni thrilling non se ne vede neanche l'ombra. In tutto questo si nota il vero intento di Michael Clayton: quello di accaparrarsi qualche bella statuetta dorata...

Premio Oscar 2008 alla miglior attrice non protagonista (Tilda Swinton).

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