Scrivo di getto questa "recensione" per la quarta volta. Non riesco mai a trovare le parole esatte per descrivere quanta bellezza ci sia in questi 12 minuti di Long Play; ebbene si, stiamo parlando del lavoro "lungo" di questo giovane losangelino, gli EP tendenzialmente si aggirano sulle 6 canzoni in 6 minuti circa. A casa ho il vinile ri-editato per Slumberland e i solchi sono tutti racchiusi verso l'esterno, come se la forza centrifuga del piatto li abbia destinati e concentrati tutti lì. Tony Molina è essenziale, in meno di 1 minuto e mezzo riesce a farci gestire strofa, ritornello e assolo. Il suo punto di forza è non farti tornare indietro, il pezzo successivo è sempre un riff coinvolgente, la voce vive di una melacholia antica, la chitarra è grintosa sia nelle sfumature melodic-punk, sia negli assoli al limite del metal più orecchiabile. Se guardi il ragazzo nel retro del vinile, ci si ritrova davanti un Nerd occhialuto, con acne adolescenziale e di chiari origine messicane. Tolto il Mexico, il resto è completamente associabile e assimilabile al Rivers Cuomo più strappalacrime, quello che ha lasciato un buco nero nella propria discografia e che non vuole più vedere, voltandosi spesso anche di fronte ai propri fan.
Molina, in parte, riesce a darci quei sentimenti veri che Cuomo ha dimenticato, ci consegna dei pezzi riflessivi seppur cortissimi, un po' come questa "recensione" oppure suggerimento che vi voglio offrire.
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