Quentin Tarantino, fresco dal successo di "Reservoir Dogs", decide di proseguire con la sua idea di Trilogia Pulp, che includerà "True Romance" e "Pulp Fiction". Impegnato sul set proprio di quest'ultimo, che lo consacrerà tra i nuovi fenomeni del campo cinematografico, la regia di "True Romance" (in italiano "Una vita al massimo") fu affidata a Tony Scott, un nome che veniva da successoni al botteghino come "Top Gun" a bei film come "L'ultimo boy-scout" e "Miriam si sveglia a Mezzanotte". Detroit: Clarence lavora in un negozio di fumetti, e ha la passione di Elvis e i film di arti marziali. La sera del suo compleanno s'imbatterà nell'incontro con Alabama, che scoprirà poi dopo un rapporto sessuale di essere una squillo pagata dal suo capo. I due si innamorano all'istante, e le loro azioni li porteranno a ritrovarsi tra le mani una valigia piena di cocaina, con la mafia e la polizia che gli starà alle spalle. Per chi ancora non ha visto il film parlarne senza fare spoiler è difficile, poiché ogni azione comporta l'entrata e uscita di uno o più personaggi tra i tanti presenti, ma cercherò di essere il meno esaustivo possibile.
Sebbene la sceneggiatura si senta che nasca dalla testa di Tarantino, la regia di Scott si prende tante libertà, e la differenza tecnica si nota all'istante. Un montaggio frenetico, primi piani e macchina a mano nevrotica nelle sequenze più d'azione, ma c'è da dire che il regista riesca nel suo intento di inscenare una storia pulp di romanticismo sfrenato, adrenalina, dialoghi al limite del surreale e un fiume di violenza e sangue in piena. "True Romance" è un pur pur rid di grandi attori messi ad interpretare i propri stralunati personaggi, gustandoseli fino alla fine nella loro breve durata sullo schermo. I protagonisti Alabama e Clarence sono interpretati rispettivamente da Patricia Arquette, attrice talentuosa che nonostante l'Oscar in "Boyhood" non venga riconosciuta purtroppo quanto meriti, e del belloccio Christian Slater, nel momento più alto della sua carriera. L'amore che stringe i due personaggi è quasi vicino alla tragedia classica: due innamorati che andranno incontro ad un destino che costerà sangue a chi starà intorno a loro, una tematica che Tarantino affrontò anche in maniera più controversa in "Natural Born Killers" diretto da Oliver Stone. Clarence è un personaggio che nella sua apparente tranquillità tira fuori il suo lato più spietato pur di difendere la propria donna, grazie anche al sostengo del suo mentore Elvis Presley, interpretato da Val Kilmer fresco dal successo di "The Doors", che paradossalmente qui torna ad interpretare un altra grandissima icona della musica mondiale.
La cosa migliore di "True Romance" è senza dubbio la sceneggiatura, che riesce in maniera intelligente a mischiare la giusta dose di ironia con sequenze in cui la violenza schizza a livelli alti: basti pensare all'incontro in hotel di Alabama con lo scagnozzo Virgil, interpretato da un ghignante James Gandolfini, una delle sequenze più riuscite nella sua esplosione di violenza, così come la sparatoria finale che parodizza per certi versi le pellicole western di John Ford e Akira Kurosawa, e in qualche modo ispirerà anni dopo Robert Rodriguez. Tra le sequenze più memorabili del film come non ricordare l'interrogatorio di Coccotti, interpretato da un come-sempre-ottimo Christopher Walken, al padre di Clarence, interpretato da un grandissimo Dennis Hopper: Tarantino allo stato puro, sia all'interno dei dialoghi che nella prevedibilità dei personaggi stessi. Nel ruolo del protettore di Alabama troviamo uno schizzato e piratesco Gary Oldman, che è sempre un piacere vedere recitare in questo tipo di ruoli, fino ad un giovanissimo Brad Pitt nei panni di un ragazzo tossicodipendente, uno dei personaggi più spassosi e sopra le righe del film. E ancora Saul Rubinek, Tom Sizemore, Chris Penn, Michael Rapaport, Bronson Pinchot (a mio avviso il personaggio migliore del film) e perfino Samuel L. Jackson. Tutti questi personaggi interagiscono tra loro, regalando allo spettatore momenti di ironia pungente, spirali di violenza e dialoghi da gustare come solito marchio di fabbrica di Tarantino. La fotografia sporca e soffocante ambienta la storia in una Detroit disagiante e scura, vestendo il film da pellicola tipicamente noir sulla scia di film come "Black Rain", diretto dal fratello dotato di Tony. La colonna sonora è curata da Hans Zimmer, quella del tema principale soprattutto sembra quasi provenire da "The Lion King", con le sue sonorità in bilico tra un ambientazione da Savana e ritmi caraibici; meravigliosa, soprattutto perché riesce a spezzare la cupezza all'interno della pellicola, dandole un taglio più armonioso.
"True Romance" è uno dei film più riusciti di Tony Scott, grazie alla collaborazione con Quentin Tarantino, che grazie anche alla vasta gamma di attori al suo intero ha riscosso un bel successo, sebbene in Italia abbia seguito una terribile distribuzione. Sconsiglio infatti l'acquisto del DVD nella versione più recente del 2013, con una qualità immagine che toglie quel fascino di noir maledetto alla pellicola, oltre a un pesante taglio in alcune delle sequenze più violente. Una pellicola che, seppur non priva di difetti, riesce a farci passare sopra e divertirci grazie soprattutto ai personaggi che, nella loro breve durata sulla schermo, si rendono gli assoluti protagonisti delle loro sequenze, portandosi a casa il proprio ruolo come fosse l'ultimo.
"Clarence tu mi sei simpatico. Mi sei sempre piaciuto....e mi piacerai sempre!".
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