Una delle più belle serate della mia vita è stata preceduta da una giornatina di merda come non ne vivevo da un po'. Prima il viaggetto che io e il mio compagno di viaggio ci siamo sparati, in tutto una bella decina d'ore, l'inaspettato caldo che ci ha oppresso per buona parte della giornata e i problemi per prendere un maledettissimo taxi, poi l'attesa snervante prima del concerto e un mal di testa che proprio non ci voleva...

Attesa di circa mezz'ora davanti ai cancelli, tra la folla certo impaziente ma tutto sommato rilassata e contenta, poi finalmente si entra letteralmente con il cuore in mano (è il mio primo live dei Tool) e si prende il proprio posto scelto a casaccio tra quelli disponibili. Ci si siede, si aspetta, si parlotta, "secondo te suonano questa, e quest'altra?", ci si fa domande del genere. Si scambiano chiacchiere con altri fans, si parla del concerto a Torino della sera prima, ci si fa una birra che non guasta mai. Ammetto di aver quasi ignorato i pur bravi e ferocissimi Mastodon, l'impazienza era troppa un po' per tutta la platea. Non conosco neppure una delle loro canzoni ma lì per lì mi riprometto di supplire alla lacuna. Tuttavia si prova soltanto sollievo quando i Mastodon, dopo averci scaldati con le loro potenti fucilate a metà tra l'hardcore, il prog e il metal, annunciano tramite la voce del cantante: "this is the last song of the evening". "Ormai è fatta", penso. Sopportiamo con pazienza quest'ultima canzone e poi ci lasciamo intontire dall'ipnotica magia audiovisiva dei Tool.

Il palco è sommerso da una cupa luce azzurra, tecnici del suono in camice bianco si aggirano tra gli strumenti e sinistri feedback cominciano a fischiare di quando in quando. I ragazzi salgono sul palco in un'esplosione di urla e applausi, Maynard ci concede un "buonasera" abbastanza ben pronunciato e subito dopo la band si lancia in "Stinkfist". Non me l'aspettavo in apertura, eppure la potenza c'è: bellissima come ce la ricordavamo, con un ritornello più melodico del solito (Maynard che risparmia le corde vocali) e uno stacco strumentale subito prima del passaggio che recita "I'll keep digging...") che lascia il pubblico (me compreso) stupito ed estasiato. Siamo al settimo cielo, non ci sembra vero di ascoltare una delle nostre band preferite dal vivo ma non facciamo in tempo a riprenderci che scatta "The Pot", funky e trascinante, dal vivo è assolutamente perfetta. A quel punto, ormai, la folla è in delirio, la band snocciola le canzoni senza la minima esitazione e il divertimento è alle stelle. Un po' di pogo nella calca ai piedi del palco, qualche energumeno con il volto da Terminator che cerca di cogliere con le dita nella marmellata qualche incauto videoamatore, ma tutto sommato nessun problema. "Forty Six & Two", "Schism" (con quell'intermezzo supersonico da paura) e "Lateralus" brillano della loro migliore luce, Adam non sbaglia una nota ma sembra in trance e Justin si sbatte come un pazzo (specialmente nel finale di "Aenima") e Danny fa il bello e il cattivo tempo dietro la batteria, mentre Maynard, con tanto di maschera antigas sul volto (capriccio da rockstar o che altro?) si lascia andare a danze surreali e degne di un serpente incantato e talvolta sembra leggermente in debito d'aria, come in "Sober" o nel finale di "Vicarious".

Altri picchi della serata sono le due "Wings", accolte con un'assordante ovazione dalla folla, trip ipnotici e carichi di malinconia che fanno quasi piangere. Dopo uno strumentale tasteristico dal sapore marcamente pinkfloydiano, la band attacca "Vicarious", la folla mostra già di gradire questa nuova canzone, e in effetti è una delle mie preferite, mentre con "Aenima", genialmente posta in chiusura, la band dona alla serata la propria conclusione perfetta: alla fine, mentre le luci si accendono e i ragazzi si abbracciano sul palco, una soffusa sensazione di malinconia comincia a fare capolino nei nostri cuori. "See you next summer", ha detto Maynard. Si è concesso poco, il gruppo, tutto è stato un po' freddo e asettico. Ma il divertimento non è mancato, anzi.

Speriamo proprio di poter essere in grado di raccontare ancora una volta le avventure live di questa band... per ora, accontentiamoci di questi splendidi ricordi, fino a quando li vivremo ancora.

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