Tralascio l'esibizione dei Mastodon decisamente compromessa da un'amplificazione pessima.

Il palco dei Tool si presenta così, da sinistra a destra: synth, tre testate per chitarra e relativi cabinets; consolle di Maynard arretrata a fianco della batteria, drumset di Carey composto anche da un gong, alcuni pad elettronici e da due casse di diametro differente, il che denuncia il loro uso singolo, per una precisa ricerca timbrica, piuttosto che in coppia secondo il classico stile metal/progressive; infine completa il palco lo stack di Justin. Dietro alle postazioni dei musicisti vi sono delle installazioni video.

Alle 21,20 circa inizia il concerto con Jones che trae dal synth un tappeto di note lunghe per introdurre "Stinkfist". Adam imbraccia la sua solita Les Paul Silverburst. Maynard appare a torso nudo con una maschera a metà tra una protezione antigas e un accessorio fetish/bondage, con un'apertura in corrispondenza della bocca che gli permette di reggere il microfono senza sostenerlo con le mani. L'effetto non è solo scenico, la maschera arricchisce la voce di riverberi cavernosi, rendendola ancor più aliena. C'è un improvviso problema tecnico con i video, comunque con il secondo pezzo in scaletta, "46 & 2", tutto funziona e sugli schermi appaiono lacerti di vita e nervature pulsanti, in una sorta di percorso evolutivo.

I volumi sono altissimi, ma almeno l'amplificazione è dignitosa. Justin strumma sul basso e parte una bella versione di "Sober" che vede un breve intermezzo noise innescato dal feedback di chitarra e basso.

Dopo una breve pausa, esce del fumo dai lati del palco e sugli schermi appaiono degli ammassi nebulosi di tonalità cangiante. Si ode il rumore di tuoni lontani. Inizia "Wings for Marie", seguita poi da "10.000 Days". Bellissime, molto intense e coinvolgenti. Il pubblico risponde con entusiasmo. Il finale è lasciato a tre gemme del repertorio Tool: "Lateralus, Vicarious, Aenema".

Un concerto di un'ora e 3/4 tiratissimo, potente e lirico, accompagnato da uno show visivo molto suggestivo in bilico tra psichedelia ed esoterismo. C'è un deciso cambiamento cromatico rispetto al passato, meno oscurità sul palco, inondato ora da luci bianche, verdi, rosse, meno video in bianco nero e più animazioni dai toni accesi e laser verdi che tracciano mandala aerei. L'unico appunto che mi permetto di fare è relativo alla scelta di Maynard di cantare tutte le canzoni con la maschera, se in pezzi come "Rosetta Stoned" o "Stinkfist" tale timbrica è perfettamente funzionale, in pezzi come "Wings pt. 1 e 2", che si reggono sul tono caldo e sussurrato di Keenan, la voce ne esce penalizzata.

Scaletta del concerto

Stinkfist
46&2
Jambi
Schism
Lost Keys
Rosetta Stoned
Sober
(pausa)
Wings For Marie (pt. 1)
10.000 Days (Wings pt. 2)
Lateralus
Vicarious
Aenema

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