"Erano tempi diversi, ero in un posto diverso. Ogni cosa era oltre il limite, folle! I capelli cotonati erano la prima chiara e diretta testimonianza di quanto fosse così assurdo tutto quello che stavamo facendo all'epoca."
Si sà, ogni musicista ha iniziato la propria carriera percorrendo strade e stili del tutto differenti, o addirittura opposti, a quelli per cui sono diventati celebri dopo e così è stato anche per la rossa pianista di Newton, Tori Amos. L'abbiamo tutti conosciuta come artista raffinata, eclettica, poliedrica, sperimentatrice, alternativa, ma non tutti sanno del suo passato musicale...
Los Angeles, 1988: Tori e il suo amico chitarrista Steve Caton, insieme al batterista Matt Sorum (Guns & Roses, Cult, Velvet Revolver) e al bassista Fernando Saunders (Lou Reed) decidono di mettere in piedi una synt-pop/rock band dal nome "Y KANT TORI READ" che tradotto vorrebbe dire "Perchè Tori non vuole leggere" facendo riferimento al fatto che per anni Tori aveva studiato musica classica e che il suo carattere ribelle e l'ineusaribile passione per il rock erano molto più forti del saper leggere le note sul pentagramma o imparare a memoria una composizione di Mozart, come le imponevano di fare, invece, nel prestigioso conservatorio di Baltimore, il "Peabody Conservatory", dal quale fu cacciata all'età di undici anni. Era un nome che serviva anche a far capire il fatto che si era stancata di quel tipo di musica (la classica) e che voleva cambiare le regole.
E' proprio durante un esibizione del gruppo in un locale dell'assolata Los Angeles che vengono notati da un produttore dell'Atlantic, il quale farà firmare a Tori e compagni il loro primo contratto discografico con la Major statunitense (contratto che per la Amos durerà poi ben più i 10 anni). La produzione del disco viene curata da Joe Chiccarelli agli Holliwood Sound Studio di L.A ed il singolo che viene scelto per lanciare l'album è "The Big Picture", una canzone che viaggia su ritmi incessanti, tipicamente "Ottantina", così come il resto dell'album, una fusione di Disco Music ricoperta da venature pop e distorsioni "metalliche". Il video che accompagna il singolo è molto underground e ci mostra una Tori come non avevamo mai visto: pantaloni in pelle, capelli cotonati (sempre però rigorosamente rossi) che si scatena ballando con una sciabola nelle le mani. Il disco si apre con "Cool On Your Island" dal ritmo estivo, hawaiano, scelta non a caso come secondo singolo e a detta della stessa Rossa "il brano che più le piace e su cui non skippa mai". Segue "Fayth", una canzone tagliente, in cui le chitarre di Caton hanno sicuramente una centralità forte e l'intero brano viaggia su ritmi veloci. "Fire On The Side" è il brano pop/rock più digeribile del disco insieme alla bella "Floating City", in cui è da apprezzare anche il testo: il vortice di suoni catalizza fortemente l'attenzione dell'ascoltatore trasportandolo in una galassia parallela. Arriva "Pyrates", brano abbastanza scontato che non convince per niente, seguita dalla poco ispirata "Heart Attack At 23" che nonostanstante il suo ritmo incalzante non colpisce se non per la sua banaità. Segue "You Go To My Head" che lascia l'ascoltatore abbastanza indifferente, a differenza della bella "On The Boundary" che possiede le caratteristiche della ballad-song.
Ma è proprio alla fine del disco che è custodito il vero gioiello, la perla nascosta, la canzone più intensa dell'intero album: "Etienne Trilogy". C'è una strana e trascinante magia che ruota attorto a questo brano, si riesce già a percepire la Tori di "Little Earthquakes", la ragazza con il piano. Una melodia delicata ed emozionante guidata da piano, basso, batteria ed una cornamusa che apre e chiude il brano. Un vero e proprio diamante che vale l'intero album.
L'insuccesso e le critiche negative che si abbatterono sul disco furono però molto pesanti, tanto che venne definito "bimbo" ovvero un lavoro infantile e poco credibile, facendo cadere la Amos in una lunga e profonda depressione.
Oggi la cantautrice stessa rinnega questo lavoro e come ripete quando qualcuno le domanda degli Y KANT TORI READ: "It was a mistake". Ma non tutti i mali vengono per nuocere, perchè di lì a poco Tori avrebbe partorito una serie di dischi che l'avrebbero fatta diventare una delle più acclamate cantautrici degli anni Novanta, con un fortissimo seguito di fedelissimi adepti e accaniti EWF che la chiamano "Goddess Of Rock" (Dea del Rock).
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