I'm heartsick.

Percorrere migliaia di chilometri sull'asfalto in distese infinite che si snodano verso sconosciute città, ognuna con la propria storia da raccontare, deve essere il sogno di ogni ragazzino che vuole avere una band. Una realtà che ti porta in nomi disseminati su una cartina senza un ordine preciso, in modo casuale, con una vita da trascorrere alla giornata, rincorrendo ciò che c'è da raccogliere in ogni piccolo angolo di mondo visitato. Può succedere che nel 2014 il tuo van ti porti per Halloween lungo le strade di Gainesville in Florida dove con il tuo gruppo ti esibisci in uno show in cui tu possa sfogare tutto te stesso, in un saliscendi emotivo che non conosce fine. Può succedere che il tuo mondo sta per crollare, lo senti dentro te stesso. Può succedere che prima di salire su quel palco gli amici ti avvisino di aver ricevuto una telefonata con il prefisso californiano. Lo sai, è successo. Decidi però di prenderti una pausa da tutto. Isolarti e metabolizzare quella probabile notizia che mai avresti voluto sentire lì, sul lastricato di Gainesville. Decidi quindi che quell'ora di concerto sarà la tua liberazione, prima che tutto crolli. Sudato e stanco sai che il dolore più grande deve ancora arrivare. Jeremy, gli dicono gli amici, tua madre è morta un'ora fa, mentre eri sul palco a vivere il tuo sogno. Jeremy è Jeremy Bolm, il cantante dei Touché Amoré. Stage Four è il quarto capitolo dei losangelini. Stage Four è la fase terminale del cancro. Stage Four è la dedica di Jeremy a sua madre, Sandy.

Like a wave, like a rapture. Something you love is gone.

Stage Four diviene così un testamento in tinte melodiche tipiche del post-hardcore dei Touché Amoré. È un disco sincero e sputato con il sangue, in cui l'anima del gruppo passa inesorabilmente attraverso le corde vocali spezzate di Bolm. Si è davanti a un viaggio nell'inferno personale del cantante di Burbank, capace di trovare quella lucidità necessaria per costruire una testimonianza vivida ed emozionale di cosa abbia passato negli ultimi anni della sua vita. L'artwork realizzato dall'artista londinese Anthony Gerace è il sunto di un memoriale ricco di ricordi sfumati e frammentati. Una frattura interna in cui si cerca conforto e una logica, anche se questo significa perdersi nell'inevitabile vuoto lasciato dalla morte di un genitore. La disperazione trova la sua anima gemella nella fragilità della mente di Bolm che guardandosi allo specchio fatica a ritrovare se stesso. È un contraddittorio che emerge in "Water Damage" e si rincorre lungo la spina dorsale di Stage Four. La morte porta ad un'inevitabile maturazione personale. In questo caso però lo si può dire anche della maturazione artistica dei Touché Amoré che, approdati da Deathwish su Epitaph, completano la metamorfosi iniziata su "Is Survived By" e creano delle atmosfere malinconiche ideali per cullare i monologhi introspettivi di Bolm. Stage Four è dominato dal senso di urgenza e dall'intrecciarsi armonioso quanto mai in simbiosi delle chitarre di Nick Steinhardt e Clayton Stevens. Il sostegno di Elliott Babin e Tyler Kirby invece è di quelli che scuote gli spiriti e ridà forza e vigore alle flebili parole di Jeremy o, all'occasione, lo avvolge nell'intimità.

You died at 69 with the body full of cancer.

Bolm è crudo e schietto nel suo dramma. I fantasmi dei cinque anni passati accanto alla madre riprendono forma, insieme ai rimorsi di non aver avuto il coraggio di trovare le parole giuste durante le sue ultime settimane di vita. Sono tanti i dubbi che animano la psiche di Bolm, anche quando si domanda del significato di avere fede o di quando dopo un incidente in auto ne esce incolume. Sei tu che mi stai proteggendo, mamma? Per riportare in vita la madre è l'ora di chiudere gli occhi e ricordare tutta la sua infanzia e gli istanti più belli trascorsi insieme. Domandarsi cosa portò la madre sulla West Coast, narrare degli aneddoti di vita a Glendale e Norfolk fino al racconto di un ultimo viaggio a New York.
Le luci dei grattacieli di una metropoli brulicante di energia e in cui tanti destini si incrociano e scontrano in un fluire transitorio sono la cornice ideale per simboleggiare l'estemporaneità di ogni singolo istante che trascorriamo in vita. È il giusto palcoscenico per l'incrociarsi baritono di Bolm e la voce delicata di Julien Baker che intonano la presa di coscienza finale: you live there under the lights. Gli amici di Jeremy dipingono una trama sognante che deflagra sotto il crescendo dolcemente esasperato. In Stage Four le tessere del mosaico composto dai Touché Amoré trovano ognuna la propria dimensione e spazio. Alla chiusura dell'album c'è anche quell'ultima tessera del mosaico che non riusciva a far dormire Jeremy in "Flowers And You": un messaggio vocale lasciato dalla madre sul cellulare. Mai ascoltato. Per mesi. Poi finalmente Jeremy riesce a trovare il coraggio e lo fa ascoltare a tutti noi. Non è nulla di appariscente, è semplicemente una registrazione in cui Sandy lo avvisa che passerà da CVS a prendere delle medicine. La fine. Una ferita ancora aperta da ricucire lentamente: Jeremy lo sa. E ce la sta facendo:

May the Lord, mighty God, bless and keep you forever. Grant you peace, perfect peace, courage in every endeavor.


  • Galensorg
    17 set 16
    Recensione: Opera:
    Dovrei mettermi ad ascoltarli seriamente, visto la quantità di amici che postano continuamente loro canzoni.
    La recensione va diretta tra le preferite. Non deludi mai, Zero!
    • ZeroKanada
      17 set 16
      Grazie! :-). Sono sempre stati molto in vista, i dischi che han fatto son abbastanza diversi tra loro. Gli iniziali ...To the Beat of a Dead Horse e Parting the Sea Between Brightness And Me sono delle sparate di 20 minuti scarsi di hardcore melodico. Su Is Survived By avevano iniziato ad ampliare un po' il discorso (ti consiglio, comunque, di recuperare pure lo split con i Pianos Become The Teeth): un ottimo lavoro, ma si sente che è transitorio in certi frangenti. Stage Four mi pare anche in questo senso il lavoro più completo e sfaccettato.
    • Galensorg
      17 set 16
      Grazie mille a te per le dritte! Questo "Stage Four" me lo voglio proprio sentire, ma provvederò a ricercarmi tutta la discografia.
      Poi se mi dici che han fatto pure uno split con i Pianos Become The Teeth. :D
  • AlienCoder
    17 set 16
    Recensione: Opera:
    Bravissimo. Loro mi piacciono abbastanza ma questo devo sentirlo, provvedo.
  • Divodark
    17 set 16
    Recensione: Opera:
    Aspettavo la tua recensione su questo disco, Zero ;-) Non ha deluso le aspettative né lo scritto, tantomeno questo nuovo lavoro dei Touchè Amorè; nuovo lavoro che io reputo il migliore della loro discografia. Più vario, più ricercato e, a tratti, più melodico. Già ascoltato un paio di volte, prevedo di consumare il vinile nei mesi a venire (come già accaduto con Is Survived By, ascoltato per quasi 2 anni ininterrotti...e non scherzo). Disco autunnale, perfetto per la stagione che è alle porte. Ci voleva.
    • ZeroKanada
      17 set 16
      L'ho ascoltato ieri tutto il giorno in ufficio, con la pioggia e l'aria fresca che entrava dalla finestra. Mood perfetto. E poi arriva la mail che il vinile è stato spedito, prevedo anche io taaaaaaanti mesi (se non anni) d'ascolto su questa ennesima piccola perla loro :-)
  • IlConte
    17 set 16
    Recensione: Opera:
    Vedi Galensorg - e quando una recensione ti spinge a farlo ancora di più ha colpito nel segno molto bravo intrecci umani/tecnici che in più ho vissuto personalmente grazie penso sia la tua prima che leggo Chapeau !
    • ZeroKanada
      17 set 16
      Grazie Mille, Conte. Sono felice che ti abbia colpito. ;-)
  • Taurus
    17 set 16
    Recensione: Opera:
    Ho adorato Is Survived By...ho ascoltato molto quel disco al tempo e letto anche con interesse i testi che risultano fondamentali per completare il mosaico...questo al momento c'è l'ho in cuffia sembra promettere molto bene, ancora presto per esprimere un giudizio definitivo però rapture che sto ascoltando adesso beh mica male. Recensione che scorre bene solo non capisco come facciate a recensire un disco nel giorno di uscita senza far passare almeno qualche giorno per avere un idea più chiara.
    • ZeroKanada
      17 set 16
      Personalmente non sono mai stato un grande fan dei giorni per le idee chiare. Soprattutto in un genere come quello dei Touché Amoré. Nessun senso dispregiativo ci mancherebbe, ma questi non stanno suonando un post-jazz-avantgarde-psichedelic-ha rdcore punk. È semplice ed immediato e, ascoltando sto genere da oramai da quasi dieci anni, l'orecchio direi che s'è un po' allenato su suoni come questo. A questo c'è da aggiungere tutte le anteprime uscite nei mesi prima di Stage Four, più il concept svelato intervista dopo intervista da Bolm. Oltre ad avere, fortuna mia, la possibilità di capire al volo (o al massimo dopo un paio di ascolti) i testi, direi che non ci vogliono settimane per formulizzare qualche pensiero. Senza dimenticare che ascoltarselo in loop dalla mattina in ufficio fino al viaggio in treno serale, per un disco di mezz'oretta direi che è sufficiente.
    • Taurus
      17 set 16
      No non ne faccio un discorso di genere può valere anche per il più sfacciato dei dischi pop. Può capitare che dopo qualche tempo l'idea su un dato disco possa mutare in meglio o in peggio. Personalmente con i Touché Amoré per me è stato sempre un processo di crescita costante.
  • Ociredef86
    17 set 16
    Recensione: Opera:
    Speravo la scrivessi te questa recensione :) disco di una bellezza infinita, lo sto ascoltando in loop da ore e sono commosso, ho il magone. Capolavoro assoluto di questo genere.
    • ZeroKanada
      17 set 16
      Il tempo è sempre più tiranno, ma questa era una recensione che mi ero segnato in calendario da scrivere :)
    • De...Marga...
      17 set 16
      Ciao fede!!! Dopo tanto tempo...
    • Ociredef86
      17 set 16
      Ciao caro DeMa, ogni tanto passo da queste parti :)
  • De...Marga...
    17 set 16
    Recensione: Opera:
    Poco, quasi nulla conosco della band; però la tua recensione "riempie" il mio vuoto nei confronti dei Touchè Amorè. Recensione intensa, che mi ha messo i brividi; bravo il mio ragazzo!!
  • tenson95
    18 set 16
    Recensione: Opera:
    Niente da aggiungere. Disco immenso, anche meglio di Is Survived By.
  • lector
    19 set 16
    Recensione: Opera:
    Bella recensione per un disco altrettanto bello.
  • Loconweed
    19 set 16
    Recensione: Opera:
    rece molto, molto bella
  • gnomovolante
    11 ago 17
    Recensione: Opera:
    Il mio album preferito dell'anno scorso, nonché uno dei miei preferiti di sempre a pieno titolo. Rece veramente bella, rende giustizia a questo disco stupendo
  • Ociredef86
    7 ott 17
    Recensione: Opera:
    Ripasso solo per dire che questo album continua a commuovermi e a rimanere nella top 3 dei miei preferiti di sempre anche ad oltre un anno dall'uscita.
  • kill cortez
    15 ott 17
    Recensione: Opera:
    'Inferno personale' e 'disperazione' mi sembrano parole, concetti un po' forzati e retorici, anche se la perdita di una madre, dopo cinque anni di malattia è sicuramente dolorosa. L'album è comunque notevole e anche la tua recensione molto bella e completa. Una precisazione: la voce della madre è alla fine del pezzo con Julien Baker 'Skyscreaper', che nell'album deluxe (credo uscito dopo la tua rece) è il penultimo, giusto per segnalare che in quell'edizione compare un 12mo brano 'Gather'. Grazie e ciao

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