Quella nebbia precoce era culla di quei pensieri,
di abetani ricordi soffiati di rugiada,
che come spore ora affioravano lente e silenti nei cassetti della memoria
in quel magico enigma epicureo.
Alle prime ore del mattino avevano visto l’Albatros cheto alzarsi in volo
e da quell'ombra riflessa delle sue Ali schernire gli arcieri
e con gaudio ombreggiare le punte dei grattacieli.
Alla deriva di quel sogno, di quel radioso mattino
con gli aghi del sole negli occhi a rabbuiare il mondo,
dall’altra sponda del fiume e di quella ancestrale visione,
di quella bambina vestita di raso celeste sorridente
sagoma brillante e luccicante velata tra le fronde di quelle ninfee.
E da quella sponda il suono di quel Canto,
del suo Giovane Incanto Apollineo ,
quel caleidoscopio in grado di sobillare l’arcobaleno ,
quel vagare senza meta alla deriva dei sogni vagando,
scoprendo accidentalmente tra le tante quella Strada Trasecolata, continuando a correre, ridere da mane a sera
fino a restare senza fiato.
Prima che la notte scenda dolcemente
e ricopra tutto con il suo manto di stelle,
camminando tutta la sera avvolti dalla dolce foschia dell’estate.
Quella Strada Perduta.
Sognando fili di incubo.
È tempo di svegliarsi e buttare via
L'ultimo foglio rimanente
La luce del sole scivolare giù per la schiena
È gocciolante sul grigio
È tempo di guardare la luce nascente
Rivela la via del mattino
I sogni stanno svanendo
Ora è quasi mezzogiorno
E poi è pomeriggio
Le foglie sono striscianti .
( Morning Way )
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