Questo è l'Album (A maiuscola) dei Trance To The Sun.

Lo dico subito: le cinque stelle a questo disco potrebbero valere anche solamente per il brano numero 4, tale "Swing Lower", la cui lenta e decadente litania musicale sfocia, nell'ultima parte, in uno splendente assolo lento di violini (o effetto MIDI della tastiera? il dubbio permane) proveniente da qualche Piano Superiore e candidato ad essere la perfetta cornice del tormento interiore del comune uomo moderno.

Musica esoterica oscura. Sì, perchè eviterei qualsiasi altro appellativo del tipo "Gotico" o "Wave-Darkwave". Manca la drammaticità catalettico-apocalittica per definirli gotici; manca una certa dinamicità melodica per definirli dark-wave. E di sicuro ciò è proprio un punto di forza del gruppo, l'esser riusciti a creare una miscela originale from their own.

Per dovere di cronaca, non posso qui dire che si tratti di un gruppo "storico" o imprescindibile per gli amanti di certi generi musicali affini: questo perchè, a onor del vero, gli altri dischi (escludendo il primo, papabile anch'esso di recensione da parte di... chi? eh... vediamo... ah sì! lo so... me!) rischiano obiettivamente di risultare tediosi e anche un po' pallosi (quando ce vò ce vò). Ma questo Urchin Tear Soda è il perfetto cerchio di eleganti arbusti che spezza il filare disordinato di alberi secolari. Questo mio linguaggio forestale non deriva da una mia "conversione" ai Verdi, bensì dalle atmosfere musicali dominanti del disco, che già dalla copertina sembra voler trascinare l'ignaro visitatore verso un fitto labirinto di spettri del bosco.

E certo, mai come in questo caso le sensazioni devono portare ad immaginazioni afferenti le tematiche, poichè non è affatto semplice addentrarsi realisticamente in esse, giacchè l'elevata (e ingiusta) assenza di fama del gruppo rende i testi dei "leggendari tesori rari"; insomma, non si trovano da nessuna parte, non presenti nel libretto così come sulla Rete. Ma è altrettanto fantastico lasciarsi cullare dalle fiabesche note, lasciarsi trasportare nei suddetti luoghi accompagnati dalle soavi voci della perfetta cantante Zoe Alexandra Wakefield.

Qualcuno potrà storcere a più riprese il naso di fronte a quella "Set The Controls For The Heart Of The Sun", la quale, come molti sapranno, alto non è che una cover dell'omonimo brano pinkfloydiano. In realtà consta di un ri-arrangiamento molto originale, e insieme alla prima traccia del disco, "Calling All Vanished Airplanes", nonchè all'immensa e già citata "Swing Lower", rappresenta uno degli episodi che vale a giustificare le "five stars" appioppate al disco.

Abbandono sensoriale

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