Il disco di cui vi parlerò, signore e signori, è Medusa dei Trapeze, gruppo fondatosi nei primi anni 70 nel quale hanno militato nomi quali Glenn Hughes (The Voice of Rock e bassista), Dave Holland (ex-batterista dei Judas Priest) e Mel Galley (Whitesnake).
La musica proposta dal gruppo è un misto di hard-rock, funky in alcuni frangenti e blues (soprattutto la voce di Glenn, molto acerbo nel cantato, ma molto espressivo) che però ricorda in molti frangenti le canzoni dei primi Judas Priest, insomma quelli più rockeggianti (quelli di Sad Wings Of Destiny o di Sin After Sin, per esempio - entrambi pubblicati però dopo questo disco).
La carica esplosiva di questo trio sta nella relativa semplicità delle canzoni, suonate però con un gusto incredibile.
La chitarra di Mel Galley così anni '70 (spesso tributaria ai Led Zeppelin) svolge un lavoro egregio sia a livello elettrico che acustico, il lavoro al basso di Glenn è notevole, spesso tendente al funky (genere che, si sa, lui apprezza molto), ma perfettamente in sintonia con la musica del gruppo e con i beat semplici ma efficaci di Dave Holland.
Il lavoro vocale di Mr. Glenn, un ragazzo a quei tempi, è altalenante. In questo disco si nota l'inesperienza del cantante, oggi un grande, e sono evidenti le influenze dei cantanti di black music di un tempo (Otis Redding , Al Green etc.); inoltre ho notato spesso una somiglianza a volte incredibile con il sign. Halford.
Gli episodi meglio riusciti del gruppo sono sicuramente canzoni quali Black Cloud, la funkeggiante Your Love Is All Right (riproposta spesso live tutt’ora da Glenn Hughes: la si può trovare infatti anche nel Live in South America, presente nell’edizione speciale del suo disco solita R.O.C.K.) in cui il gruppo crea un amalgama stupendo, così pieno di energia che non riuscirete a non farvi prendere dal ritmo incalzante e dallo spirito allegro del pezzo, molto, ma molto anni 70 (forse vi verrà pure voglia - che ne so - di guardarvi un episodio dei mitici Starsky and Hutch e di vestirvi con pantaloni a zampa e vita bassa ed una camicetta hawaiana… vi capisco però vedete di darvi un contegno siamo nel 21esimo secolo purtroppo... o per fortuna…); Seafull una canzone che con la sua atmosfera sembra trascinarci, cullarci e farci abbandonare in un mare consolatore (stupendo il lavoro alla chitarra di Mel e ottima l’interpretazione sognante e disperata di Glenn); e Medusa, brano killer dell’album.
Infine è notevole l’artwork molto innovativo (quadri in stile cubista) di Phil Travers.
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