I Trapeze, nati nel 1969 in Inghilterra, erano inizialmente composti da cinque strumentisti: Glenn Hughes (bassista e cantante), Mel Galley (chitarrista), Dave Holland (batterista), Terry Rowley (tastierista) e John Jones (cori e fiati). Dopo il loro primo album (omonimo) uscito nel '70, rimasero solo i primi tre.

Il disco in questione è molto diverso da quelli che il gruppo registrerà in seguito, e forse ancora un po' immaturo rispetto alla musica che verrà espressa in futuro (con forti venature funky e soul), ma rappresenta comunque una piacevole parentesi con dei bei momenti, che si avvicinano molto al progressive, senz'altro superiori alle cadute nella simil-disco-music che avrà in seguito la band. Anche la voce del cantante non è ancora quella che molti conoscono per i suoi lavori futuri, ma nonostante ciò la sezione vocale è sicuramente sopra la media. Tra le altre cose, Glenn Hughes suonerà anche nei Deep Purple, al posto del bassista Roger Glover.

Il disco (prodotto dal bassista dei "Moody Blues" John Lodge) si apre con "It' s Only A Dream", un breve e armonioso intro di cori e chitarra, che predispone le orecchie e la mente dell' ascoltatore alla magnificenza della seconda traccia: "The Giant's Dead Hoorah!". Pezzo sognante che racconta la morte di un gigante che terrorizzava un piccolo villaggio. La musica è perfettamente in armonia con il testo fiabesco. Segue "Over", altro pezzo piacevole con cori evocativi che si stendono sulla base di chitarra acustica e basso che scandisce il ritmo pulsando in maniera continua. "Nancy Gray" è invece una canzone che a differenza delle precedenti rispecchia nel testo e nella musica un filo di malinconia, ma capace di atmosfere colorate e calde come le precedenti.

Cambiamo registro con "Fairytale", che comincia con un organo alla Uriah Heep, per finire con un blues su pianoforte. La canzone si interrompe ma solo per dare spazio a "Verily Verily", pezzo sognante intriso di cori perfettamente in sintonia con la base musicale fatta da piano e chitarra. Un piacevole intermezzo che non centra praticamente nulla con "Fairytale", che riprende con il blues su cui si era sfumata. Una specie di canzone a matrioska, come piacciono ad un mio caro amico.

"It's My Life" è un'altro capolavoro di cori, su cui si adagia pacata la chitarra elettrica di Mel Galley. Molto bello il ritornello che sfuma nel finale. Troviamo ora "Am I" con la chitarra che saltella sul basso e lascia spazio a Hughes per raccontare il risveglio spaesato da un sogno. Pseudo-psichedelia e ritmi alla Deep Purple (di "Hush") ci accompagnano invece in "Suicide", il cui finale si interrompe in maniera brusca dopo un crescendo di organo e rumori, quasi a voler descrivere quello che succede al protagonista del brano nel titolo. Segue "Wings", altra piacevole canzone con voce in primo piano, cui segue "Another Day" altro pezzo pieno di cori, che sembra descrivere una mattinata soleggiata di primavera. "Send Me No More Letters", ha un tiro un po' sanremese a causa del ritornello scanzonato, ma comunque risulta orecchiabile e gradevole.

Termina così il disco, anche qui creando una specie di effetto matrioska, con "It's Only A Dream - Reprise", che chiude l'album così come era cominciato, quasi fosse un libro che si ripiega nella copertina.

Nel complesso molto piacevole, consigliato più agli appassionati degli Uriah Heep e simili, che neanche agli amanti dei Trapeze di 'Medusa' e seguenti. Chissà cosa avrebbero fatto se avessero continuato su questa strada?

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