Chi sono i Travis? È quella band che nel suo clip più famoso (Sing) trasformava una tranquilla cena inglese in una guerra a colpi di torte in faccia, poi? Molti si fermeranno qui, ma i Travis sono anche quelli che nel 1997 pubblicarono uno degli album più interessanti del panorama rock d'oltre manica. Ebbene si, questo "Good Feeling" è un album rock, e per chi (come me) li ha conosciuti dall'ultimo "12 Memories" suonerà un po' "strano". Premesse: non è profondo ed intenso come il successivo "The Man Who" che resta il loro migliore lavoro, non è semi-acustico come "The Invisibile Band" che resta il loro peggior lavoro, ma suona un po' come i primi Radiohead (e non si offendano i fan dei "radio capoccia"). Qui il front man Fran Healy non parla di guerra, violenza etc etc, ma di ragazze, musica, amore, insomma cose già scritte.

Basta però ascoltare brani come "U16 Girls" o "Midnight Summer Dreamin'" per capire di che musica stiamo parlando: di rock! Tutto inizia (non a caso) con "All I Want To Do Is Rock" che parte stanca e finisce in tromba con una buona dose di distorsioni. "U16 Girls" è un ottimo brano con un coro e un ritornello di quelli che ti si aggrappano alle orecchie e non si staccano più. "Guardami, sono cosi disgustoso..." canta in "The Line Is Fine", buona canzone pop rock. In "Good Day To Die" il cantante Fran ci da un assaggio di dove può arrivare la sua voce; ecco "Good Feeling" che inizia con basso e batteria, poi entra un piano che dà solo dei tocchi e infine si aggiunge una chitarra ad accompagnare l'immancabile "Laaa la laaa laaa la la"; dopo il ponte pieno di carica ecco che il piano esce allo scoperto sfornando un ottimo assolo. "Midnight Summer Dreamin'" è il più rock: la batteria pesta, il sound è quello dei primi Oasis (il finale dell'intermezzo somiglia al riff di "Cigarettes & Alcohol"); inutile il finale terribilmente rumoroso con quelle urla decisamente fuori luogo. "Tied Of The 90's" è una spensierata canzone che sfrutta il gioco di parole "tied" e "tired" per parlare degli anni '90; è una di quelle song da cantare ubriachi, con gli amici che ti accompagnano con un secco "EH!" ad ogni verso. Con "I Love You Anyways" sembra di sentire già i Travis di "The Man Who"; dopo la trascurabile "Happy" eccoci all'intenso trio di chiusura: chi ha ascoltato l'ultimo album degli Starsailor "Silence Is Easy" riuscirà subito a notare la somiglianza del sound in "More Than Us"; "Falling Down" è un'emozionante song pianistica da brivido che un certo Chris Martin ora scriverebbe a occhi chiusi; mentre "Funny Thing" può sembrare una canzone acustica, invece fa la sua comparsa anche una chitarra elettrica in feedback che a primo ascolto mi fa pensare a una song dei REM o degli U2.

Si chiude qui un album d'esordio decisamente buono da ascoltare in qualunque occasione, che però passò inosservato e che avrebbe meritato più attenzione di "The Invisibile Band" che fece conoscere la band al grande pubblico pur non essendo niente di eccezionale.

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