I Travis non sono solo un (grande) gruppo, sono un'entità unica a quattro teste. E l'incidente che rischiò di ridurre sulla sedia a rotelle il batterista Neil Primrose sarebbe stata la fine di una band che da anni produce pop di altissimo livello, mai banale, né scontato, né particolarmente commerciale.
Una band che, dopo aver sfornato un buon disco d'esordio come "Good Feeling", produsse una autentico capolavoro come il mastodontico "The Man Who", picco qualitativo di livello assoluto che si innalzò in mezzo al mare british pop di un'epoca ormai andata. Una band che ha offerto al mondo pezzi pop (nel senso più nobile del termine) di rarissima bellezza come "Turn" (uno dei ritornelli più belli della storia del pop inglese degli ultimi 15 anni), "Why Does It Always Rain On Me?", "Writing To Reach You" (evoluzione naturale di "Wonderwall", citata anche nel testo).
Ma andiamo con ordine: questo "Singles" è, ovviamente, una raccolta dei maggiori successi impreziosita da due ottimi inediti (la conclusiva e piuttosto sostenuta -per gli standard della band- "The Distance", ma soprattutto il singolo-gioiellino "Walking In The Sun", che sancisce l'uscita -definitiva?- dalle tenebre del precedente "12 Memories"). C'è proprio tutto: la hit per eccellenza dei Travis, "Sing", qua utilizzata come opener, la stratosferica e malinconica "Driftwood" (sempre da "The Man Who"), ma anche cose "primitive" e maggiormente movimentate come le travolgenti "Happy", "Tied To The 90's" e "U16 Girls", oppure l'ormai classico "All I Want To Do Is Rock" (divertente strizzata d'occhio ai primissimi Radiohead), oltre alle altre due hit internazionali "Side" e "Flowers In The Window", entrambe dal bestseller "The Invisibile Band". In alcuni pezzi in particolare, come nella beatlesiana "The Beautiful Occupation" e nella struggente "Re-Offender" (entrambe da "12 Memories"), risaltano particolarmente i testi che evocano sensazioni profondissime e molto attuali; la prima, infatti, è stata scritta dopo gli attentati dell'11 settembre, mentre la seconda parla con incredibile efficacia delle quotidiane violenze domestiche ("Cause you say you love me/ And then you do it again, you do it again").
Insomma, per una volta un greatest hits, oltre che una mera operazione commerciale, riesce ad essere un ottimo compendio per conoscere la qualità e le evoluzioni di un grande gruppo pop contemporaneo, oltre che farci apprezzare una splendida voce come quella del frontman Francis Healy. I Travis sono una band che ha stupito, stupisce e non smetterà di stupire in futuro. Consigliatissimo a chi non li ha ancora conosciuti e/o apprezzati.
Se amate il pop di qualità non perdeteveli.
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