I Trembling Blue Stars sono una indie band inglese presente sulla scena musicale dal 1996, l'anima del gruppo è Bobby Wratten attivo da oltre un ventennio prima con i The Field Mice, poi con i Northern Picture Library ed infine la formazione dell'attuale band, con la quale ha impresso decisamente il suo marcho e il suo modo di vedere la musica. Quella dei Trembling Blue Stars è una musica incantevole e affascinante senza dubbio, una musica malinconica che solca i sentieri della nostra anima fin nel profondo. Un indie-pop ricercato e malinconico appunto mai banale, con continui intrecci elettronici supportati dagli ottimi e mai pesanti arrangiamenti e dalla voce soffice e cristallina della cantante Beth Arzy.

"The Last Holy Writer" è l'ultima loro fatica risalente al 2007 e pubblicato per l'etichetta spagnola Elephant, il sesto lavoro in studio, il secondo pubblicato con l'Elephant.

È un disco che si lascia scoprire lentamente regalando ad ogni ascolto sensazioni nuove e sempre diverse quasi rispondesse alle nostre esigenze e ai nostri bisogni. Melodico, malinconico, struggente, incalzante, sfuggente, magico.

"By False Lights" introduce e prepara il viaggio, stravolge i canoni della musica di Bobby, crea un'atmosfera di attesa per la traccia successiva che esplode nella voce di Beth in un pop arioso e sognante. È il pop di "Idyllwild", che ci accompagna e ci culla nel sogno, sogno che continua nella traccia successiva "Sacred Music", con la voce di Bobby e i cori lontani di Beth a tenerci ancora compagnia. La malinconia è un tratto distintivo di tutto il lavoro della band, dai primissimi album a quest'ultimo, enfatizza le nostre emozioni e ci spinge ad entrare in sintonia con il mondo musicale dei Trembling.

Le emozioni scorrono su binari diversi, scorrono sull'elettronica delle tracce successive "This Once Was an Island", "The Coldest Sky" e "Schnee Glestcher Glas" quest'ultima caretterizzata poi da un atmosfera quasi rarefatta, sugli arpeggi delicati ma incalzanti di "November Starlings" e "Darker, Colder, Slower", per poi tornare di nuovo a placarsi gettandoci tra le braccia di Beth e della sua voce in "From a Pale Blue Rosary", voce che qui abbandona i toni sognanti per rapirci nella più totale malinconia, nella più totale assenza. È sentirsi leggeri, quasi volare per poi tornare alla realtà con "The Tenth of Always" e "Say Goodbye to the Sea", la chitarra di Bobby, le sue parole ed il rumore impercettibile delle onde del mare che accarezzano la spiaggia. Il viaggio non è ancora finito perché ad attenderci ora c'è la tenera e dolce "A Statue to Wilde", nella quale il sogno riprende vigore e vita grazie alla sempre avvolgente voce di Beth, decisamente una degna conclusione.

Un disco tutto da scoprire, nasconde piccole perle, capaci di accendervi l'animo come la musica dei Mojave3 tanto per trovare qualche somiglianza. È un peccato che questa band rimanga semi nascosta nel ciarpame musicale commerciale e non, anche se questo è dovuto principalmente all'atteggiamento avuto in tutti questi anni di attività da parte di Bobby Wratten attento di certo più ai contenuti della sua musica che ad altro.   

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