Dopo più di un anno senza recensioni, voglio ritornare con il botto, un botto assordante.

"Trepaneringsritualen", è questo uno degli pseudonimi dello svedese Thomas Martin Ekelund: un nome, tutto un (bellissimo) programma. Il rituale della trapanazione del cranio.
Come si può già immagine, è questo l'intento di questo progetto: annientare l'ascoltatore quando vengono messi in atto questi 'rituali', che potrebbero essere un disco oppure una live performance; proprio durante l'esperienza dal vivo, Ekelund vuole annientare al massimo delle sue potenzialità e possibilità una buona parte degli organi di senso: udito, vista e olfatto.

Prima di affrontare il campo uditivo, però, mi sembra giusto spendere due parole su vista e olfatto. Perchè? Perchè la presenza scenica di Ekelund nelle sue performance è estrema, sicuramente ispirata dagli atti Black Metal più leggendari, cospargendosi e sporcandosi di sangue animale la faccia, talvolta riempiendo pure le proprie iridi di quello stesso sangue di animali misti, compreso il proprio. Dello stesso sangue, probabilmente, è impregnato una specie di cappuccio di juta (un piccolo sacco di patate, praticamente) che viene indossato alle sue entrate in scena... l'odore si può solo immaginare.

Ma torniamo a "Perfection & Permanence", uscito nel 2014, ma scoperto da me in tempi molto recenti, ahimè.
Si potrebbe riassumere tutto così: Ekelund è una iena affamata, ferita ma esaltata dal dolore, che si muove in una fabbrica semi-deserta in notturna, sempre in allerta. Un ambiente ostile per una iena ma non questa, pronta a sbranare e divorare fredde lamiere, cavi elettrici e tutto ciò che le si potrebbe presentare davanti.

La voce sprigionata è come la sinistra risata della iena, sempre pronta a sferrare un attacco mortale, capace di risucchiarti dentro ad un buco nero. Gli assalti sonori creano atmosfere funeste e angoscianti, creando quella sensazione di debolezza e incapacità di reagire a ciò che potrebbe accadere da un momento all'altro.

Obbiettivamente, al contrario di quel che si potrebbe immaginare, si tratta di un prodotto anche relativamente accessibile, se confrontato con altri esempi appartenenti a tali sonorità; consiglio "A Black Egg", "Alone/A/Cross/Abyss" e "The Seventh Man" per chi volesse dare una chance a questa creazione infernale. Se preferite accompagnarvi con un video di un suo concerto, ancora meglio!

Galensorg is back...?

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