Questa è la mia prima recensione. Spero di non essere massacrato all'instante.
Ho scelto il disco d'esordio dei Triana, un trio di Siviglia. Il nome del gruppo infatti è preso da un quartiere della città andalusa. Esce nel 1975. Il Caudillo Franco sta morendo e la Spagna sia avvia ad una nuova era. Questo è lo scenario che si trova davanti questo gruppo. E' un disco notevole, molto suggestivo. La ricerca musicale che ispira questo disco è particolare: i componenti guardarono con interesse alle musiche popolari spagnole e al Flamenco, molto influente nello stile delle loro canzoni. I ritmi e i suoni tipici della cultura spagnola sono fusi insieme ad un gusto molto vicino al prog sinfonico. Questo si nota subito nella prima canzone, "Abre La Puerta", la cui durata sfiora i dieci minuti. Il suono è evidentemente ricercato e si nota, soprattutto nel finale, un istinto d'improvvisazione. Le voci di Jesus de La Rosa Luche ed Eduardo Rodriguez Rodway si alternano con vigore ed energia. Andando avanti nel disco si sente un'alternanza incredibile tra le chitarre e un buon lavoro alla batteria e alle percussioni, il cui accompagnamento è apprezzabile. L'uso del mellotron suggella il tutto.
Ora qualche avvertenza. Non sarà il miglior disco del mondo tuttavia merita un ascolto. Meglio quando si è appartati, nella propria tranquillità. Gli stimoli mentali e le suggestioni sono assicurate. Si consiglia, durante l'ascolto, la visione di qualche quadro di Dalì. Amplificherà l'effetto prodotto da questo disco, coinvolgente e innovativo. C'è una volontà di sperimentare e ricercare cose nuove, qualità che forse mancavano in tanti altri gruppi più famosi. Concludo segnalandovi la splendida copertina, da visionare assolutamente!
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