Quando finisce l'estate non si può non ripensare alla musica che, volente o nolente, ti ha fatto da colonna sonora, tormentoni compresi.
E tutto si può dire nel bene o nel male dei Tribalistas ma di sicuro tutti concorderanno che oltre all'insulsa "Chihuahua" e alla fastidiosa "Canzone del capitano", anche "Jà sei namorar" è stata talmente tanto suonata da risultare fastidiosa già a Luglio; ma tra le tre canzoni questa era considerata il tormentone "intelligente" (poi bisognerebbe riflettere sul significato di intelligente affibbiato ad una cosa che per definizione ti tormenta!).

Vabbè, per quest'anno decido di dare 15 euro a chi mi tormenterà per l'intera stagione estiva: ero curioso di capire cosa ci fosse oltre al singolo: del resto in molti ne avevano già parlato e scritto un gran bene.
Quindi monto in macchina con il mio nuovo cd e guido per tanti chilometri lungo l'Adriatico. Ma per quanto sforzassi la fantasia mai l'amena spiaggia si trasformava in quella di Bahia; per quanto il Monte Conero potesse mutuare con la sua bellezza il Pan di Zucchero o la spiaggia romagnola avesse in molti casi eguagliato la qualità dei famosi fondoschiena brasiliani e il caldo fosse lo stesso, anzi!...
La musica di questo cd non mi evocava tutte le atmosfere brasiliane, come invece tanti altri dischi di autori di quel paese erano riusciti a fare in precedenza!

Nello specifico il disco, concepito da un importante sodalizio artistico (Marisa Monte, Carlinhos Brown e Arnaldo Antunes), risulta già dal primo ascolto gradevole, i suoni accattivanti, gli arrangiamenti mai sopra le righe, le idee semplici ma azzeccate, il successo planetario (e a loro plauso va anche la coraggiosa decisione di non aver cavalcato l'onda del proprio successo ma di essere già tornati tutti e tre al proprio lavoro di singoli artisti)... ciononostante al disco manca il guizzo artistico, la trovata "malsana" il mood che lo eleva, insomma quel quid che ne avrebbe fatto un gran disco e alla fine, dopo un ascolto critico, il pezzo migliore risulta essere per colmo, proprio "Jà sei namorar".

Ma contemporaneamente al progetto Tribalistas, il percussionista dei tre, Carlinhos Brown, musicista sempre presente nelle colonne sonore dei carnevali di Bahia, sfodera il suo alter ego spagnolo Carlitos Marròn ed esce con un disco pieno di suoni veramente brasiliani, con percussioni che giocano a rincorrersi e ti proiettano in mezzo alle migliori atmosfere carnevalesche e a questo punto la mia macchina, grazie al caldo soffocante e alla musica a palla diventa il sambodromo più vivo di tutta la costa marchigiana.
All'occorrenza avevo chiamato per la giusta atmosfera anche un'amica brasiliana venticinquenne, che però, finito il disco, ringraziandomi se ne andava portandosi via il cd!!! (venticinquanni, brasiliana e io le ho fatto sentire un cd: ma si può!)

Ma anche questo disco rimane bello a metà, perché se tutta la prima parte è moderna, "europizzata", contaminata, la seconda scade piú volte nel solco dei suoni piú tradizionali e del già sentito.

Comunque per il mio prossimo viaggio in Brasile so già che mi comprerò un'altra copia di questo cd... alla faccia della venticinquenne!

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