Puro come un "Giglio"? Non so se lo è, di Tricarico ormai si è detto tutto e il contrario di tutto, nel senso che il dubbio se "Ci è o ci fa" è sempre in agguato. Però il ragazzo sembra vero, genuino. Per me almeno è così. Di Sanremo non si ricorda mai nulla il giorno dopo, sarà un caso se molti, me compresa, del festival di quest'anno ricordano lui soltanto? Che cosa ha a che vedere questa creatura iper sensibile, fragile, con quei vecchi parrucconi delle prime file? Nulla. ECCO perché è stato apprezzato: era un pesce fuor d'acqua, un personaggio autenticamente curioso da tenere sotto stretta osservazione. Sembra infatti che si spezzi da un momento all'altro. Come una corda di violino troppo tesa... O scordata per via delle stonature. Questa l'ho pensata perché ho letto che ha fatto studi di Conservatorio. Flauto traverso penso. Beh il 4 maggio era a Reggio e sono andata a vederlo. Piazza piena di gente divertita, che era lì per vedere il piccolo essere venuto da Marte portare una ventata di aria nuova, quella che si respira dalle sue parti... L'aria è quella di un pulcino atterrito, da coccolare. Ma sotto pelle, forse, ci sono le spine.

C'erano famiglie, ragazzine, parecchia gente di passaggio che poi ha finito col sostare. E la sosta si è protratta fino alla fine. A modo suo, un modo del tutto originale, è bravo Tricarico. Tutti aspettavano "Vita tranquilla", che ha vinto il Premio della Critica, e il cantante milanese l'ha introdotta così: "Quest'anno sono andato a Sanremo (Ma dai!). Io pensavo che fosse una città bella, invece era... brutta!". Ehm, ok, non sarà proprio un oratore, però evviva la sincerità. Alcuni ridevano per i suoi testi, un po' elementari, tipo quello di "La neve blu" o soprattutto di "Drago" o "Cavallino". Sì, le liriche sono semplici, immediate, basta ascoltare "Amo l'acqua perché non mi ha chiesto niente, amo agosto perché non mi ha chiesto niente, amo il pane perchè non mi ha chiesto niente"... ma il nostro è capace di questo e altro.

Quando ha cantato "Musica", splendida e profonda, il pubblico era attonito, e quando è stata la volta di "Un'altra possibilità" qualcuno si è commosso, ci giurerei! E' qui che Tricarico allude al dolore provato da piccolo, anche se in maniera impersonale. In realtà il pezzo più autobiografico rimane "Io sono Francesco", con i famosi versi "Puttana la maestra", che gli aveva chiesto di fare il tema sul papà, incurante del fatto che il papà di Tricarico non c'era più. Se è vero che le esperienze vissute ti rimangono appiccicate addosso nel modo di comportarti, muoversi, parlare, Francesco non può nascondersi. Ma va bene così, è una persona vera in mezzo a tanti fasulli che popolano l'industria discografica.  Fa tenerezza, da bacio sulla fronte. Altro ipse dixit è stato: "In Italia si bevono troppi caffè. Non è come in Danimarca, che non se ne bevono" (!!). Sentivo uno alle mie spalle dire: "Com'è fonato!". Già. Però il fonato ha scritto "La situazione non è buona" per Adriano, infatti gliel'ha dedicata. Bis? "Vita tranquilla", ovviamente.

Bel concerto, sopra le aspettative a esser sinceri. Aveva anche dei musicisti con la stoffa.  

 N.B.: non perdetevi Mirko, l'alter ego bamboccione a Mai dire Martedì! Gli ha fatto il verso con "Voglio una vita trazolla la la, xché è da quando son nato che la sclero non mi mollaaaaaaaaa". Come dice lui, "E' l'unico cantante in Italia direttamente controllato dagli alieni". Troppo vero.

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