Internet è uno strumento del demonio perfetto per pedofili e per truffatori finanziari.
Internet però è anche un mezzo per scovare musica nascosta. Alcune volte molto bella.
I piccoli tesori sono quelli che abbiamo davanti e non ce ne accorgiamo. Già.
Conoscete tutti Myspace, vero?!
Io questa band ce l'avevo da un anno fra i miei amici di Myspace e non l'avevo mai presa in considerazione per quello che meritava.
Qualche giorno fa mi faccio un giro sul loro spazio e scopro che è uscito un nuovo album dopo ben 6 anni di silenzio.
Ascolto qualche pezzo nuovo e mi piace. Proprio bravi 'sti qua.
Poi leggo meglio e capisco che 'sti qua, in realtà sono solo uno, e che questo uno, per soli 3 euro mi spedisce il suo cd a casa, e allora mi son detto: dai, proviamoci!
Ricevo il suo cd, lo ascolto, divento suo amico, e decido di scrivervi quest?articolo.
Già... internet è proprio uno strumento del demonio!
L'artista in questione è un individuo estremamente schivo e riservato.
Parlarvi di lui è un po' un'impresa, ma ci proverò.
Trivo, classe 1977, è un personaggio timido e introverso cresciuto in un'anonima città di provincia del nord della Puglia.
E cosa fa un bambino che non vuole diventare un ragazzaccio di strada?!
Passa il tempo dipingendo, giocando al Commodore 64, guardando film, cartoni giapponesi e (soprattutto) scrivendo canzoni.
Pur non avendo mai studiato musica, si cimenta praticamente con tutti gli strumenti e grazie alla tecnica della sovraincisione accumula col tempo più di 200 canzoni che distribuisce gratis ai suoi amici.
Il suo nuovo disco autoprodotto e interamente registrato in casa s'intitola Emoterapia, e il perché lo si può apprendere direttamente dal suo blog:
Un giorno, accompagnavo mio padre ad un ciclo di chemioterapia... ero nella sala d'aspetto e guardavo la faccia di tutti quei malati, compreso mio padre, che speravano di guarire.
Io in realtà pensavo che quel trattamento fosse del tutto inutile per la loro salute fisica, ma probabilmente li avrebbe aiutati a sentirsi meglio moralmente.
Così... nella mia testa, chemioterapia si è trasformato in emo-terapia, ovvero... la terapia per sentirsi meglio nell'anima... il modo per curare l'anima.
Ovviamente sapevo che il prefisso "emo-" stava a indicare qualcosa di sanguigno, e quando son tornato a casa ho fatto una ricerca con "emoterapia" e ho trovato quanto segue:
"Emoterapìa è in medicina, l'introduzione per via parenterale di sangue umano (o di sue parti) a scopo terapeutico, sia per rifornire un organismo anemico o dissanguato (trasfusione), sia per attuare un'immunizzazione passiva, sia per supplire a un deficit di costituenti plasmatici (proteine, elementi corpuscolati, fattori della coagulazione)."
Questa definizione mi ha colpito tanto e così ho deciso che se fossi riuscito a venire più o meno fuori dal mio periodo nero, avrei chiamato così il mio primo lavoro.
Emoterapia è un album molto intenso, poetico, struggente, che trasuda emozioni in ogni traccia.
Trattasi di un concept album; i temi sono la caduta, il buio e la luce.
17 tracce per appena 38 minuti di durata.
I testi, tutti in italiano, sono molto ermetici e Trivo non disdegna l'interpretazione soggettiva.
Si parte con "Traccia 1 - Artista sconosciuto": un intro fatto di rumori e feedback dove un coro di voci ripetono ossessivamente "nessuno desidera essere malato, eppure tutti abbiamo bisogno delle nostre malattie, se deciderete di seguire le mie idee la vostra salute migliorerò sicuramente?".
La vera prima traccia è la strumentale "La Disciplina Delle Fermentazioni": un intro rock che piano piano sfocia in un electro-pop d'autore in stile Air/Lali Puna. Melodia e arrangiamento sono davvero notevoli.
"Ratio Me Fugit" è un hard rock d'impatto che si regge su un riffone zanzaroso sorretto da un tappeto di basso e batteria in controtempo. Voce citofonica, ritornello urlato e lungo assolo di chitarra nevrotico alla Sonic Youth per questo pezzo dedicato alla follia. E' stato definito dallo stesso Trivo una "tarantella stoner" ... ed è tutto dire.
"Ho Un Gatto Nel Cervello" (titolo preso da un film horror di Lucio Fulci) è un piccolo gioiellino acustico lo-fi che all'improvviso sfocia in una sorprendente suite classica.
"The Darkest Side Of The Dark" è un breve intermezzo horror-claustrofobico mentre "Ho Bisogno Di Qualcosa Di Cui Non Ho Bisogno" è una perfetta canzone pop lo-fi che avrebbe potuto scrivere Lou Barlow featuring Beck: quel ritornello maledetto vi si incollerà in testa come la carta delle caramelle e non se ne andrà più per molto tempo.
"Nero" è un'altra canzone semplice e delicata ma dalla bellezza disarmante. Voce disturbata e tagliuzzata, delfini e balene piangono in sottofondo e quella chitarrina che sembra scordata (forse era proprio scordata, vero Trivo?) per questa triste ballata che parla di psiche e disturbi alimentari.
"Perché la cattiveria è enorme", "Talking To Van Vera" e "Phantazomai" accennano sfumature di Pink Floyd, Depeche Mode e Tricky.
"Tu Non Sei Normale" è uno strumentale di pianoforte/batteria acid-jazz-pop schizoide alla John Zorn.
"La Mia Donna E' Un Pagliaccio Opulento" e "Piccola Perdita Di Sostanza Polpastrello" sono due tra gli episodi più energici del disco: industrial, punk e power-pop si fondono in una miscela micidiale.
"Kissastarsky" chiude il disco con una dolcissima traccia che sembra venuta fuori da una jam session fra Massive Attack, Sigur Ros e Sparklehorse.
E' davvero incredibile la qualità e la quantità di suoni, di sfumature, e di sensazioni che questo ragazzo autodidatta riesce a tirare fuori grazie a tutti questi rumoracci, chitarrine, tastierine, drum machines e diavolerie varie.
Due parole per il bellissimo artwork del cd: è tutto fatto in casa con foto e grafica dello stesso Trivo.
Finalmente un po' di aria fresca per la musica italiana.
Case discografiche dove siete?! Non lasciatevi scappare questo fantasioso folletto della musica fai-da-te!
P.S. per un assaggio della sua musica http://www.myspace.com/elephantsuicide
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