Tujiko Noriko è il nome di una simpatica giapponesina che fa parte di quella scena musicale nipponica che tanto ha da offrire, per ciò che rigurada la sperimentazione elettreonica, al panorama occidentale. Nelle sue opere, questa geniale artista, ha saputo coniugare la tipica ricerca estetica giapponese (che si propone di ritrovare la bellezza nelle più piccole cose) e l'immediatezza sonora occidentale. Intendiamoci bene, qui non troverete composizioni danzereccie alla Ellen Allien, ma brani a volte semplici, pacati, lenti (ma non noiosi); a volte complessi, ritmati e più prorompenti. Un tipico esempio di quello che è stato definito come glitch-pop. Tutto questo lo si ritrova nei 9 pezzi che danno vita a questo piccolo capolavoro dell'elettronica.

Apre le danze l'ipnotica e claustrofobica "Magic", un ritmo cadenzato e trascinato che fa da sfondo ai sussurri di Tujiko. Un immaginario viaggio nelle tenebre più profonde.

Segue la rinascita con la bucolica e "solare" "Sun!" nella quale cinguettii e versi di animali vari e assortiti dipingono un leggero paesaggio ad acquarello.

Le inquietudini dell'animo prendono forma in "Ending Kiss", voce sdoppiata e un riff di chitarra che si ripete e cattura.

Diametralmente opposta è la disarmante "Let Me See Your Face", un'unica frase (il titolo) ripetuta per tutta la durata del pezzo che si adagia delicatamente su un caldo tappeto elettronico.

"Saigo No Chikyu" è una filastrocca semplice; una voce maschile si fonde a quella della nostra su battiti lenti e profondi.

C'è spazio anche per pezzi più poppeggianti come "Gift", nel quale complesse sovrapposizioni "elettriche" compongono una melodia accattivante.

"No Error In My Memori" e un intermezzo totalmente parlato in un velocissimo giapponese a cui segue l'evanescenza di "Spot".

Chiude le danze "In A Chinese Restaurant" dove emerge l'anima più "da discoteca" dell'artista che diverte e affascina.

In definitiva un ascolto più che consigliato. Un disco che impiega tempo a farsi comprendere ma che una volta svelatosi si radica irrimediabilmente nell'animo di chi gli si è aperto.

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