Qualche giorno fa mi telefona il mio pusher discografico di fiducia e mi avverte: "C'è in giro un cofanetto dei Tuxedomoon in edizione limitata per celebrare i loro 30 anni di carriera. Dentro c'è l'ultimo album che hanno pubblicato, un cd di inediti, uno dal vivo e un dvd di 160 minuti, se ti va te lo posso procurare". La mia risposta è ovviamente positiva, i Tuxedomoon mi piacciono una cifra e li seguo fin dal loro esordio o quasi.
Dopo qualche giorno il pusher mi porta a casa il cofanetto, si intitola "7707", un nome un po' ermetico che per qualche secondo mi lascia perplesso ma poi capisco che è l'unione delle ultime 2 cifre dell'anno di nascita del gruppo e quelle dell'anno in corso. Tolgo il cellophane con cura certosina, lo guardo e lo riguardo come fosse un reliquiario e poi finalmente, con grande delicatezza, lo apro.
All'interno ci sono 2 eleganti confezioni in digipack, una doppia che contiene il dvd e il cd con brani inediti e una singola che contiene l'ultimo brano in studio. Il cd live invece si trova inspiegabilmente dentro una modesta bustina di cartone. La Crammed per il trentennale del suo gruppo di punta poteva fare sicuramente di più.
Ma adesso che faccio? Guardo il dvd o ascolto uno dei 3 cd? E quale? Sono indeciso, con tutto questo ben di dio davanti mi sento come un bambino dentro una pasticceria. Alla fine decido di ascoltare l'ultimo album in studio che si intitola "Vapour Trails".
Per prima cosa sfoglio il libretto allegato al cd per saperne un pò di più e così scopro che l'album è stato registrato in Grecia, che i brani sono firmati da tutto il gruppo e non soltanto dalla premiata ditta Brown - Reininger e che la band è attualmente formata da Steven Brown (voce, sassofono, clarinetto, tastiere), Blaine Reininger (voce, violino, chitarra, laptop), Peter Principle (basso, chitarra) e Luc Van Lieshout (tromba). Manca ancora una volta Winston Tong, che almeno in questa occasione particolare poteva fare lo sforzo di cantare un paio di canzoni con i vecchi compagni. Pazienza.
Inserisco il cd nel lettore e d'improvviso riaffiorano le rimembranze, il ricordo di un giorno fatale di molti anni fa quando, cedendo all'insistenza di un amico, li ascoltai per la prima volta. I brani della cosidetta new wave che avevo sentito fino a quel momento non mi erano piaciuti granchè e quindi misi il disco sul piatto del mio vecchio Philips con un misto di scetticismo e indifferenza. Durante l'ascolto lo scetticismo diventò dapprima interesse e poi stupore. Quando il vinile di "Half Mute" smise di girare non potei fare a meno di esclamare. "Cazzo, è bellissimo!". Da quel giorno non li ho più lasciati.
Un romantico accordo di pianoforte e un giro di basso secco e potente mi fanno tornare rapidamente alla realtà.
Il primo brano dell'album, "Mucho Colores" inizia così, nello lo stile inconfondibile del gruppo e già sono in brodo di giuggiole. Certo non è il migior brano della loro carriera, il cantato in spagnolo di Blaine sembra quello di Manu Chao e il duetto tra i fiati di Steve e Luc nel finale è qualcosa di già sentito per i vecchi fans dei Tuxedo, ma in generale la canzone ha un piacevole sapore chicano. Un buon inizio per un album che si preannuncia interessante.
La seconda traccia, "Still Small Voice" è completamente diversa, è un brano di stampo bowiano caruccio ma un pò banale. Chapeau per il Duca Bianco che è un monumento vivente della musica rock ma dai Tuxedomoon mi aspetto qualcosina di più. Il terzo brano è "Kubrick", ovvero la colonna sonora di 2001 Odissea Nello Spazio rivisitata dai Tuxedomoon. Sinistre voci sintetiche, fruscii, rumori inquietanti e interventi elettroacustici minimali contraddistinguono questo oscuro pezzo ambientale che sembra una piece di Ligeti suonata dai Can. Molto bello.
Con il pezzo successivo, "Big Olive", l'atmosfera cambia radicalmente e diventa rilassata e solare. E' una ballata etnica cantata in greco con una ritmica funkeggiante impreziosita da stacchetti jazzy di pianoforte e arabeschi dissonanti di chitarra elettrica in sottofondo. "Dark Temple" viceversa è un brano ambient avvolgente e notturno che sembra tratto dalle sessions di "Divine" del 1982. La sesta traccia, "Dizzy", è una delle sorprese dell'album, uno strumentale funky-jazz tribale e ballabile che ricorda le interminabili sessions del compianto Fela Kuti.
Le sorprese continuano con il pezzo successivo. "Epso Meth Lama" è un mantra techno-trance elettronico con tanto di coro tibetano che nel finale sfuma in una misteriosa litania sciamanica. Il brano a mio parere è molto originale e interessante ma credo che farà storcere il muso a diversi fans dei Tuxedo. Il massiccio uso di effetti, echi e loops, inusuale per il gruppo che ha sempre fatto un uso minimale dell'elettronica, fa rassomigliare questo brano più ad una jam psichedelica degli Hawkwind prima maniera che ad un prodotto della premiata ditta Brown - Reininger.
L'ultima traccia però mette le cose a posto. Reininger finalmente la smette di gingillarsi con i suoni elettronici e tira fuori l'archetto. Il risultato è "Wading Into Love", canzone suadente e romantica introdotta dal magico violino di Blaine che nel finale si fonde con i fiati di Steve e Luc disegnando i tipici, raffinatissimi ricami strumentali che contraddistinguono il sound dei Tuxedomoon.
Così l'album finisce com'era cominciato, con il marchio D.O.C. del gruppo e il cerchio si chiude. Le ultime note del cd sfumano lentamente e torna il silenzio.
Sono sorpreso e ammirato. I 4 ragazzotti americani, dopo tanti anni di onorata carriera, riescono ancora a comporre un lavoro come questo, imperfetto, a tratti confuso, ma pieno di energia, idee ed influenze di ogni tipo, arrangiato da dio e suonato ancora meglio. Questo è un album da ascoltare da soli, in silenzio, per riuscire a cogliere tutte le sfaccettature di una musica che è sospesa tra terra e cielo, a volte vivace e multicolore come un mercato di spezie, altre oscura e profonda come gli spazi siderali.
In definitiva "Vapour Trails", nonostante qualche caduta di tono e un paio di sbavature qua e là, è un album bello e affascinante, a mio parere il migiore del gruppo dai tempi di "Holy Wars". 5 palle of course. Saluti.
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