Certe volte escono dischi di cui è facile parlare. Raramente girano dischi dei quali sia relativamente necessario dire qualcosa. Altre volte ascolti dischi che proprio non meritano una parola. Addirittura alcune volte escono dischi che ti lasciano senza parole.

Ma il difficile salta fuori all'improvviso con dischi che non ti aspetti, lampi a ciel sereno che colpiscono forte e tirano fuori vortici di sensazioni: stravolgimenti che vorrebbero essere esternati ma non trovano il modo. Ed allora rimangono lì, a cicatrizzare un po'. Sono passati all'incirca sei mesi dalla prima volta in cui ho ascoltato, tra l'altro leggermente di sfuggita, "Returno To Cookie Mountain". Sono rimasto colpito da questo lavoro come da un po' non mi succedeva, o meglio sono rimasto scosso. E spesso in questo lasso di tempo è tornato a far bella mostra di sé in vari e collaudati impianti.

Un sound che non può non colpire sin dal primo accenno. Scarno, allo stesso tempo attraente ma lancinante nell'opening-track Was A Lover. Ironico nella marcetta Hours, dal coinvolgente retrogusto cosmico. Classico nell'incedere sensuale di Province (e forse un po' di merito va anche al Duca Bianco, mimetizzato nel continuo flirtare delle voci dei due vocalist, ma che sembra influenzare la canzone proprio nell'attitudine). Terribilmente materico nell'incandescente Blues From Down Here.

E non importa neppure dire che all'interno di quest'opera gli autori mischiano sapientemente ritmiche sincopate simili ad una dimessa d'n'b (Playhouse), un'urgenza epica propria solo del punk-rock (Wolf Like Me), vari spunti jazz-rock e soffici wall of suond degni del più etereo Kevin Shield.

Questo disco è forse imperfetto ed io non posso giudicare. È un bisturi rovente in cui convivono caldo gospel ed una pressante lama hardcore e che incide le mie emozioni ogni volta che suona.
Una meravigliosa catarsi che raggiunge il suo apice, estetico ed estatico, nel trittico conclusivo: il deliro e poi la calma protratta fino ad una dolcezza quasi irreale…

Prima del risveglio, perché in questo mondo c'è poco da star rilassati.

Chapeau.

 

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