La stagione antagonista e lisergica della psichedelia ha senza ombra di dubbio partorito nomi illustri, nomi che hanno covato e sfornato sonorità basilari per le future generazioni. Lo spirito delle siringate di Free Form Freak Out infatti si espanderà nelle vene di innumerevoli band alternative marchiandole indelebilmente a fuoco. Putroppo se la storia della musica rock ha incensato musicisti sacrosanti ed illuminati quali Small Faces, Pink Floyd, Jefferson Airplane e Doors, ha anche peccato di memoria verso realtà esotiche ugualmente attraenti. Le realtà a cui mi riferisco profumano di vinili e di amore da collezionisti. Album quali “12 Dreams Of Dr. Sardonicus” degli Spirit, “Reflections” dei Fleur De Lys o l’omonimo degli “Os Mutantes” avrebbero tutti meritato un bagliore piu che metropolitano in questo mondo, ma cosi putroppo non è stato.
Anche i Twink con il loro disco volutamente dedito alla filastrocca “Think Pink”, si collocano tra quei Freak selvaggi e carichi di acido da riscoprire. 10 microschegge visionarie e originalissime popolano l’album, nel quale si avverte in ogni singola nota l’euforia febbricitante da abuso di LSD. Vulcani sonori bollenti a la Red Crayola pronti a colare a terra, coiti buddisti di gruppo, voci malinconiche e profonde, filastrocche con infantilismo di burro da neonato, campi di battaglia tribali messicani, inni sciamanici che si librano con fierezza. Ogni traccia ha la propria enorme dignità che spesso degenera in rumorismo catartico: questa è musica per evaporazioni interstellari di gruppo.
“Think Pink” è talmente importante che dovrebbe abbracciare in ogni discoteca psichedelica opere pazze e scintillanti come la trilogia delle theiere volanti dei Gong o i lavori del Barrett solista. Da Avere.
Voto 4.5/5
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