Sull'onda dei successi di "Tradimento" di Fabri Fibra e "Solo un uomo" di Mondo Marcio dell'anno prima, nel 2007 le cosiddette major decidono di prendere sotto contratto diversi rapper e gruppi hip hop italiani, tenendo poi successivamente solo quelli che in effetti avevano raggiunto dei considerevoli livelli di vendite. I Two Fingerz sono tra i tanti artisti scartati da questa selezione, che per loro è avvenuta con questo disco, "Figli del caos", uscito sotto Sony.

I Two Fingerz sono Danti (voce) e Roofio (dj e coproduttore), e prima di questo lavoro avevano pubblicato un demo LP, "Downtown" (2006). Da questo disco vengono accompagnati dalla presenza di Dargen D'Amico, grande amico di entrambi e rapper noto per essere stato membro dei Sacre Scuole, composto da lui e 2/3 degli attuali Club Dogo (Guè Pequeno e Jake La Furia), e per aver pubblicato "Musica senza musicisti", il suo unico lavoro solista in quegli anni, un disco decisamente atipico del rap italiano. A produrre gran parte delle tracce di "Figli del caos" è Big Fish, uno dei più noti produttori hip hop italiani: fece parte dei Sottotono insieme a Tormento, e da qualche anno produceva artisti del calibro di Fabri Fibra, Mondo Marcio, Esa.

"Figli del caos" è quindi un decisivo tentativo di insediarsi nella scena hip hop nostrana, e per fare questo i Two Fingerz tirano fuori il loro disco più discutibile, quello con meno particolarità sicuramente, quello meno loro. Successivamente affermeranno difatti di aver provato a fare questo salto troppo presto, quando ancora non erano maturi per poter uscire su così vasta scala.

Le basi, prodotte da Big Fish più qualcuna da Roofio, sono abbastanza canoniche, di qualità ma che non si riescono a distinguere più di tanto. I testi anche hanno lo stesso carattere, se non altro che vediamo comunque migliorato il flow di Danti rispetto all'anno prima.

***TRACKLIST***

 

  1. 1-1 [Intro] [feat. Sewit Villa] (2:05)
  2. Figli del caos (3:56)
  3. Troppo forte (3:59)
  4. Inizia la follia (3:58)
  5. Cose che non puoi [feat. Dargen D'Amico, Sewit Villa] (3:49)
  6. Sulle spalle dei giganti (3:51)
  7. TVB no TV [feat. Sewit Villa] (3:09)
  8. Cavi e problemi (4:29)
  9. Certe cose (3:27)
  10. Ognuno per sé [feat. Daniele Vit] (3:14)
  11. Di cash [feat. Dargen D'Amico] (4:14)
  12. Così chiara (4:06)
  13. Io non ho (2:42)
  14. Figli del caos [Upgrade Remix] (4:03)
  15. Two Fingerz lessico [feat. Dargen D'Amico] (5:17)
L'inizio dell'album è una combinazione tamarrissima di un intro da imparare a memoria da ripetersi davanti allo specchio per automotivarsi ogni mattina, la title track "Figli del caos", singolone pubblicitario da pompare in auto, e l'autocelebrativa "Troppo forte", che comunque conserva delle buone rime (per considerare un amico parte della famiglia non ho bisogno di DICO). La traccia "Inizia la follia" è, come anche "Ognuno per sé" (traccia 10), in realtà già presente sul precedente "Downtown" del 2006, e ad entrambe vengono solo"aggiornate" le basi. "Inizia la follia" è un interessante sguardo sul mondo con gli occhi e il cervello, lievemente schizofrenico in questo pezzo, di Danti; ricorda abbastanza il primo Eminem e il Fibra di "Mr. simpatia". In "Cose che non puoi" finalmente vediamo comparire quel losco figuro che è Dargen D'Amico, e capiamo come Danti si muova di gran lunga meglio sui brani più lenti e riflessivi: versi come l'amore può essere l'investimento peggiore, perché te ne rendi conto solo quando muore o tutta la sua seconda strofa lasciano affascinati fin dal primo ascolto. "Sulle spalle dei giganti" è il terzo singolo estratto, non lascia un granché a parte il titolo. "TVB no TV" è un altro lento, una bella poesia d'amore con un pessimo titolo. Uno dei brani che preferisco è senza dubbio "Cavi e problemi", dove Danti ci dice che analizza tutte le sue relazioni come cavi, da cui possono nascere problemi; due strofe davvero dense, senza abbandonare un flow magari un po' statico ma molto chiaro e preciso. L'unico singolo "degno" di nota è "Certe cose", ma giusto per l'ironia che contiene. "Ognuno per sé", già contenuta sul precedente "Downtown", è un bel lento dedicato alla propria metà, quando ci si sente in una vita a colori immersa in un mondo grigio. "Di cash" è l'altro pezzo davvero meritevole di "Figli del caos": l'importanza del dio Denaro, estremizzata da Danti e ridicolizzata da Dargen, senza poter dare effettivamente torto a nessuno dei due. "Così chiara" è un pezzo strettamente intimo, dedicato al migliore amico di Danti, Davide, sulla morte della sorella: testo molto sentito e toccante, apprezzato moltissimo dai fan dei Two Fingerz. "Io non ho" è la cover de "La prima risposta" di Dargen D'Amico, una sorta di tributo all'amico/collaboratore. A chiudere il disco un remix della title track ed un vecchio brano inedito impreziosito dalla partecipazione del solito Dargen, "Two Fingerz lessico": due strofe a Danti ed una a JD con rime irresistibili come AAA cerchi la tipa figa e scema? meglio gonfiabile così non paghi neanche la cena o ma non è colpa mia, è colpa della società che mi dà il pane e mi priva dei denti del giudizio.Questo è "Figli del caos", un disco comunque piacevole ma purtroppo appiattito e reso sterile forse dalle pesanti aspettative che un esordio in major ti può creare. Ma non tutto il male nuoce e se oggi mi pesti, domani arricchirò i miei testi grazie agli occhi pesti, ed infatti da questa sconfitta i Two Fingerz impareranno soprattutto ad essere più sé stessi nei dischi successivi, riconquistando in futuro anche l'attenzione delle major.

 

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