In un mondo perfetto i Two Gallants sarebbero un gruppo di successo, su TRL i loro video occuperebbero costantemente le prime posizioni e le adolescenti intaserebbero le linee con i loro sms sconci per Adam e Tyson (si potrebbe obiettare che in un mondo perfetto non esisterebbe TRL ma insomma, reggetemi il gioco).
Ed invece no, il nostro è un mondo un pò pazzariello ed i Two Gallants sono un gruppo di nicchia, di quelli che piacciono tanto a noi debasici, noi con le nostre maglie a righe, i nostri myspace e le nostre allstar. Amici di infanzia da San Francisco, i due ragazzi sono arrivati al terzo lavoro in studio, il secondo per la Saddle Creek di Oberst dopo il brillante "What the Toll Tells", uscito appena 12 mesi fa.
Il disco, che non ha titolo e che quindi chiameremo "Two Gallants" rappresenta un'ulteriore tappa verso la definitiva maturazione artistica del duo. Sin dalla intro, "the Deader" (uno dei momenti migliori) si può infatti percepire il miglioramento nel songwriting che unito ad un lavoro di produzione molto curato, conferisce al disco uno spessore sicuramente superiore rispetto al passato.
Quello che non cambia però è la qualità dei testi, fattore questo che separa i Two Gallants dalla maggior parte dei gruppi di oggi e li rende così affascinanti ed allo stesso tempo "difficili". Le loro liriche sono infatti vere e proprie "opere letterarie" (non a caso lo stesso nome del gruppo deriva da un brano di "Gente di Dublino" di Joyce ...so much for TRL) scritti in un inglese classico e molto evocativo. Un ascoltatore attento può cogliere numerosi riferimenti alla letteratura inglese ed americana, all'epopea del west ed ai grandi maestri del country-folk, da Woody Guthrie a Bob Dylan, passando per Johnny Cash, da cui ereditano il gusto nel trattare le storie di rinnegati, assassini e prostitute. Parere molto accorato di chi vi scrive: nell'ascolto dei 2GS non si può prescindere dalla lettura e dalla compresione degli splendidi testi; un po' come dire, parafrasando un celebre spot: "se non ti lecchi le dita godi solo a metà".
Tornando alla musica vera e propria, come detto sopra, il songwriting è migliorato e troviamo finalmente pezzi più immediati ed accattivanti ("The Deader", "The Hand that Held Me Down" , "Reflection of the Marionette", "Despite what You've Been Told") oltre alle struggenti nenie che sono il marchio di fabbrica del duo. Si tratta di brani lunghi, scarni e di una intimità quasi disarmante ma che riescono comunque a non essere pesanti e ad appassionare l'ascoltatore ("Trembling of the Rose", "Ribbons on my Tongue", "My Baby's Gone"). E' in questi pezzi che l'animo tormentato di Adam Stephens si mostra senza veli, la voce si fa straziante, accompagnata in modo sublime dalla chitarra.
Questo "Two Gallants" è un ottimo disco. I due ragazzi di Friscosi sono conquistati un discreto seguito girando e rigirando l'America e l'Europa in tour, facendo leva solo sulla loro ottima musica.
Dategli un ascolto, se lo meritano.
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