Sono rimasto un pò sorpreso quando ho notato che di questo "What The Toll Tells" non c'era manco l'ombra nell'archivio del sito. A dire il vero lo sono stato ancora di più nel non trovare alcun lavoro del gruppo in questione. Perchè allora non cimentarsi in una recensione? Già dal loro primo disco i Two Gallants avevano lasciato intendere di essere cresciuti a pane e folk,  ma con questo secondo album del 2006 compiono il miracolo realizzando un disco formidabile.
A differenza del loro debutto (The Throes) in cui le canzoni duravano intorno ai 4 minuti, il giovane duo californiano sceglie di osare, inserendo 9 canzoni per un totale di un'ora circa di durata. Fin dall'iniziale "Las Cruces Jail" l'ascoltatore viene inesorabilmente trasportato in ambientazioni Western alla Sergio Leone: un fruscio infatti accompagna un triste arpeggio di chitarra ed è subito chiaro quanto sia evocativa la loro musica. Ma dopo poco più di un minuto quello che non ti aspetti: il ritmo accelera e il brano diventa davvero irresistibile.  La successiva "Steady 'Rollin" e la quinta traccia "The Prodigal Son" hanno invece il merito di rivelarsi brani orecchiabili e piacevolissimi. Ma a fare parte dello zoccolo duro dell'album sono le tracce lunghe, quelle in cui aleggia lo spirito di Dylan, il cantastorie per eccellenza: "Age Of Assassins""Some Slender Rest" e soprattutto la conclusiva "Waves of Grain" con un crescendo da applausi e un'interpretazione vocale di Stephens da brivido. Un capitolo a parte merita invece "16th. St Dozen" che si discosta dalle altre per l'approccio più rumoroso e veloce.

In attesa di gustarsi il loro ultimo lavoro già uscito, non resta che domandarsi come questi due talentuosi ragazzi non abbiano quella visibilità che meritano. Ma chissà, forse è meglio così.

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