Ty Segall è un cazzone californiano, cresciuto a pane e garage, proprio come Dio comanda.

Prolifico oltremodo questo ragazzino più che suonare sulla chitarra ci caga sopra, non si sa bene se è proprio menomato o solo troppo stupido per imparare i rudimenti dello strumento, però è proprio questo che rende il sound di Segall grezzo, rude, potente e schifosamente sincero.

“Slaughterhouse” suona come se agli Stones fossero tornate le palle, con quel pizzico di MC5 che non guasta mai. Il disco si apre con “Death” un delirio di feedback galoppanti, non ci prova neanche Ty a controllare quei suoni stridenti e fastidiosi, e quando sembra che le cose possano ordinarsi dentro un ritmo Segall spara wall of sound mai così vivi.

Distorto, confuso, arrabbiato. Vero.

Carico i commenti...  con calma