Pensate a un uomo alto oltre 2 metri, con i capelli lunghi, muscoloso, pluritatuato e con la sgradevole abitudine di portare gli occhi all'indietro (tipo Undertaker per capirci); pensate anche che quest'uomo e un suicida recidivo e soffre spesso di depressioni: avete il ritratto di Peter Steele, cantante, bassista e fondatore di una delle band più importanti del metal estremo dei '90, i Type 0 Negative.
Insieme a Sal Abbruscato (batteria), Kenny Hickey (chitarra) e Josh Silver (tastiere), i TON pubblicano nel '91 "Slow, Deep and Hard", uno degli album più efferati, violenti e drammatici dell'epoca, grazie al suo connubio di death metal, gothic e venature industrial.

Il lavoro è aperto dalla suite "Unsuccessfully Coping With The Natural Beauty Of Infidelity", in cui si notano le direzioni che il gruppo ha deciso di intraprendere, con il basso che la stessa band ammetterà essere più una "chitarra baritono". Dopo un inizio molto veloce, segue un intermezzo di chitarra acustica con dei gemiti di donna in sottofondo. Da qui parte la melodia portante della canzone, quasi synth-metal in cui Steel riversa tutto l'odio per la ragazza che l'ha tradito ("slut, whore, cunt/I know you're fucking someone else"). Il successivo brano "Der Untermensch" è aperto da dei rumori elettronici e da un basso pulsante per proseguire in una cavalcata hardcore in cui Steel se la prende con i barboni, arrivando a chiamarli "Socioparasite" (parassita della società) o "Waste of Life" (spreco di vita). "Xero Tollerance" è un'altra canzone violenta e malsana in cui è presente un intermezzo per organo che da un clima solenne all'omicidio di cui parla il testo ("I'll kill you tonite, and now you die, you're dead now") per chiudersi con una tristissima chitarra acustica. La più lunga traccia è anche la più teatrale: "Prelude to Agony". Qui Steele torna a prendersela con le donne, che bruciano lo spirito dell'uomo. Dopo una partenza al fulmicotone, il brano rallenta per lasciare spazio a rintocchi di campane e un canto simil-gregoriano, per poi ripartire con la famosissima parte in cui Peter uccide la sua donna con un martello pneumatico: nel finale si sentono infatti il rumore del martello, le urla della donna e quelle di piacere di Steele. Lo strumentale "Glass Walls of Limbo (Dance Mix)" non sfigurerebbe in un film dell'orrore. L'ultima perla è "Gravitational Constant", la più gotica del lotto, in cui Peter sembra aver capito che il propio viaggio nei meandri delle nevrosi umane, dicendo che non ha più né voglia né motivo di vivere e che "suicide is self expression".

In definitiva "Slow, Deep and Hard" è un'apoteosi dell'autodistruzione e dell'odio. Astenersi cuori deboli!

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