Uno spasso.
E contemporaneamente l'ultima testimonianza della prima e folle incarnazione dei Type 0 Negative, quelli ancora saldamente ancorati all'harcore venato di thrash di derivazione Carnivore, all' industrial più apocalittico flavoured doom terrificante, alle provocazioni verbali ed alle invettive sociali.
Gia dall'esplicativa copertina ( un close up dello sfintere manualmente dilatato del nostro mitico Peter Steele), l'album in questione riprende la vena acidamente sarcastica che era risultata l'arma in più del precedente "Slow, deep and hard".
Insomma la storia di come venne concepito questo finto live è abbastanza nota e quanto meno ridicola: Monte Conner, boss della Roadrunner, casa discografica editrice sia dei Carnivore prima e dei TON poi, dopo l'insperato successo del precedente full lenght (salito alle cronache soprattutto per l'humor davvero nero e per la furia iconoclasta e provocatoria contenuta nei testi, nonché ovviamente per l'originalità apocalittica della proposta musicale) e del relativo (contestatissimo) tour europeo, obbliga i 4 newyorkesi ad un insensato album registrato dal vivo, sovvenzionando il tutto con poche migliaia di dollari. I nostri decisero così che con quei soldi si sarebbero comprati qualche strumento nuovo e con l'esigua rimanenza avrebbero festeggiato acquistando della vodka di scarsa qualità.
Ok, ma con il live album come la mettiamo?
Semplice, trasportarono tutto l'occorrente nello scantinato del tastierista Josh Silver, misero in scena una finta gig con sede a Brighton Beach condendola con overdubs di pubblico urlante e recalcitrante, ricreando farsescamente il pessimo clima che li accolse nel vecchio continente, stravolgendo le songs del precedente album, cambiando loro il nome, aggiungendo anche gustose e grottesche chicche come la versione TON del classico hendrixiano "Hey Joe", qui riadattata in "Hey Pete" con riarrangiamento dissacrante del testo incluso, insomma una recita davvero ben riuscita.
Soprattutto se si pensa alla fervida immaginazione dei nostri che riescono a decomporre brani come "Gravity" (originariamente chiamata" Gravitational Constant: G = 6.67 x 10-8 cm-3 gm-1 sec-2 ") a seconda degli insulti che ricevono, di come "Kill you tonight" ("Xero Tolerance", nella quale è citato anche il nome della location del finto live) venga bloccata quando sul fantomatico palco piovono (e si rompono) altrettante fantomatiche bottiglie di vetro o di come il "pubblico" accolga la band per l'opener "I Know You're Fucking Someone Else" ("Unsuccessfully Coping With The Natural Beauty of Infidelity" per chi non lo sapesse), con relativa piccata risposta al fulmicotone del mastodontico frontman.
In definitiva un lavoro oltremodo dissacrante, oltraggiosamente ridicolo e meravigliosamente divertente (soprattutto per chi mastica abbastanza bene l'inglese, tanto da potersi godere i numerosi siparietti che sovente interrompono i brani, con relativo scambio di insulti tra la band ed i presunti astanti), registrato anche abbastanza bene, nel quale emergono in maniera stupefacente la portata musicale dei nostri (che oltre a gigioneggiare sanno disegnare scenari sonori davvero terrificanti e devianti) e quell'attitudine "Fuck off and die" che a mio parere rende i primi TON veri eredi della migliore tradizione punk (sto parlando solo di attitudine, spero sia chiaro che i nostri non hanno molto a che vedere con i discepoli di Malcom MacLaren & co.) , il tutto condito con humor nero di stampo tipicamente anglosassone (o newyorkese se preferite, ma vi assicuro che le cose si assomigliano molto).
Il capitolo più interessante i nostri ce lo riservano per il finale: stiamo parlando della versione coverizzata (non live) del classico dei Black Sabbath "Paranoid" la cui riuscita, a mio avviso, non solo eguaglia l'originale, ma addirittura, carpendone l'anima più intima, si staglia e prende vita propria grazie ad una profonda trasformazione, che contempla un mood maggiormente oscuro, oppressivo, melancolico e depresso, in grado di stupire davvero l'inerme (ancora scompisciato dalle precedenti risate causa teatrino di cui prima) ascoltatore.
Prendete la vita con più ironia, questo è il consiglio dei 4 di Brooklyn.
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