Quarto album per l'ensemble dell'Oregon capitanata da Kylle Morton. Una band che, rispetto ad altre coeve e con medesimo stile, risulta per certi versi ingiustamente sottovalutata. Probabilmente ad un primo ascolto l'album risulterà "già sentito" ed in parte è vero. Lo stile non può definirsi originale e le influenze sono facilmente riscontrabili in alcuni episodi, andando da Arcada Fire verso the National. Un suono intimistico che spazia fino al chamber. L'album in oggetto però ha molti punti di forza (che in parte ne rappresentanto anche i principali limiti se si assume una diversa prospettiva). Il principale è che racconta una storia. Insomma è un concept album in cui, nonostante alcune punte come l'iniziale "Wake" o la finale "Sleep" o "Darker" e "Chiaroiscuro", le singole composizioni non hanno una propria precisa autonomia e vanno lette nell'ottica del racconto complessivo. In pratica la storia è quella di una persona che perde la memoria ed entra in un cammino di depressione lottando per mantenere la propria identità. I componimenti scandiscono questa discesa negli inferi e quesa lotta, sia con la solida scrittura dei testi (ricercati e ricchi di citazioni) che con gli arrangiamenti e il sound che formano una vera e propria colonna sonora della vicenda umana del protagonista. A tratti si raggiunge una grande intensità emotiva e celebrale. La propria identità è davvero racchiusa nei propri ricordi? Il percorso che si affronta ascoltando l'album e leggendone i testi (che per quest'opera risultano fondamentali) è affascinante seppur innegabilmente angosciante. Il risultato è una composizione matura e che nel suo complesso nonostante una lunghezza non indifferente (14 canzoni, 4 parti, più di settanta nùminuti) regge e non ha particolari cali di tensionie. Un album un pò fuori dal suo tempo, un tempo in cui la musica principalmente si consuma come un cioccolatino: una goduria (quando c'è) di un singolo momento. Un lavoro che merita attenzione e non consente un ascolto distratto, reclama considerazione e cervello accesso. Un disco ambizioso e riuscito.
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