All'inizio erano i coltivatori di cotone sulle sponde del Mississipi. Erano gli anni della grande depressione e cantavano un blues rurale e grezzo, un blues sulla solitudine dei campi e dei portafogli, sulla miseria del sogno americano. Non credo ci fosse la televisione e d'altronde Blind Lemon Jefferson era cieco e figuratevi quanto gli interessasse controllare le quotazioni in borsa. Erano i giorni in cui Robert Johnston cantava "Se solo potessi cambiare il mondo" e – diavolo! – se ne aveva lui, di buone ragioni, per sognare di cambiarlo.
Poi, ne vennero tanti altri, e non sono neanche sicuro che fosse stato l'inizio.

Mi ricordo di Woody Guthrie e della sua chitarra antifascista: non ebbe mai vita facile né gloria, se non dai posteri. Agitava la sua chitarra e urlava: ecco il mio fucile, uomini, mi batterò con questo!
Johnny Cash andava a suonare nelle prigioni: lui di gloria – invece – ne ebbe anche in vita, ma quasi tutti derelitti, esseri umani nella disperata ricerca di un anti-eroe cui aggrapparsi. Lo vidi un'ultima volta pochi giorni prima che morisse, e sul viso c'aveva scavato un fosso.
Quel poco di buono che ho imparato nella vita, lo devo a questi capolavori di uomini.

Ora viene da me quest'uomo, Bono Vox – uno dalla faccia fresca, lo scoppiettante conto in banca, la villa a Los Angeles, il braccetto a Pavarotti e l'ispirazione dal Vangelo – e mi dice una cosa del tipo: "Facciamo l'amore, non facciamo la guerra, mettete i fiori nei cannoni e bla bla bla", e questo 36 anni dopo il '68 – e io rimango basito.
Il nuovo lavoro degli U2, "How To Dismantle An Atomic Bomb", è un concentrato spaventoso di retorica a buon mercato, luoghi comuni disarmanti e buonismo che neanche i capi della nostra pietosa sinistra. La cavalcata rock di "Vertigo", l'elettronica noiosa di "One Step Closer", la ballata insipida di "Sometimes You Can't Make It On Your Own" e l'ingenuità di brani rock come "All Because Of You". Raramente la chitarra di Edge impreziosisce, come nella migliore del lotto, "Miracle Drug".
In "Love, Peace or Else", Bono canta: "Abbiamo bisogno di pace e amore, baby non combattere, puoi chiamare o ti telefono io, la tv è ancora accesa" – ed io resto basito.
Dopo la raccolta di ballate dei Backstreet Boys over 40 di "All That You Can't Leave Behind", gli U2 collezionano ora la raccolta delle più retoriche canzoni politiche degli anni '60. Bono e soci – come parolieri e come musicisti – non riescono a dirmi più nulla che non sia stato già scritto almeno 30 anni fa.
Che volete farci – sono un tipo incontentabile, io.

Odio una pistola puntata contro un uomo; odio questa idiota guerra per i soldi e per il petrolio; odio Bush e Blair, odio Pavarotti ed odio il Papa; odio le facce fresche e i portafogli pieni. Ed odio i santi ed i predicatori; al limite i santi li preferisco all'inferno, sporchi e pieni di collera: in Paradiso è troppo facile fare il santo.

p.s.: il capolavoro in questione esce a metà novembre: o aspettate in trepida attesa o vi arrangiate con la copia promozionale della "Reckless Record" a Camden Town, o dove vi pare. Se la seconda vi riesce difficile, magari sarebbe meglio andarseli a bere, i 20 euro.
Che volete farci – sono un tipo romantico, io.

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