Devo ammettere che non sono un fan sfegatato dei quattro irlandesi in questione, li ho sempre ascoltati ma non sono la mia band preferita.

Ma onestamente "The Joshua  Tree" è un capolavoro di album, cupo ma allo steso tempo pieno di vita, sacro ma profano.

Questo è un disco che nasce dalle ceneri della musica americana più antica, odora di blues, gospel, country, il tutto miscelato con le atmosfere suggestive della loro Irlanda, senza tralasciare l'impegno e la lotta politica.

Come dichiarerà Bono, l'intenzione di "The Joshua Tree" era sia quella di esaltare la parte più pura dell'America, fatta di grandi spazi e grande cultura musicale, sia quella di esprimere tutta la loro avversione e il loro odio verso la politica di Ronald Reagan.

Sotto la produzione di Brian Eno, nascono pietre miliari come "Where the Streets Have No Name", "Whit Or Without You", "I still Haven't Found What I'm Looking For", "Bullet The Blue Sky".

Purtroppo ho scoperto un pò troppo tardi questo disco, e me ne sono pentito appena le cuffie hanno suonato la prima nota.

Un album pieno, profondo, ispiratissimo, ti spinge a riflessioni impensabili ma subito dopo a momenti di gioia pura.

Un disco che riflette perfettamente gli U2 di quegli anni, in cui predicavano un po' meno ma agivano sicuramente di più.

Un disco sicuramente ben lontano dai lussi odierni fatti di megapalchi e maxi-schermi.

UMBERTO ANDREACCHIO

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