Ehm, noiosa ma doverosa introduzione.
Amo molto gli U2, e ho deciso di recensire questo album perché, oltre a volergli rendere omaggio l'altra recensione sinceramente non mi piaceva. Inoltre vorrei aggiungere questo. Oggi come oggi non è tanto difficile il fatto di fare una recensione sugli U2. E' difficile trovare persone che siano disposte a parlarne con coerenza ed obiettività senza scadere in affermazioni banali o volgari. Quindi per favore se dovete avere il vostro solito momento di gloria insultando a vanvera cose o persone, cercatevelo da un'altra parte.
Si sa, gli U2 oggi non attraversano il loro miglior periodo artistico (perché commercialmente si direbbe il contrario). Vengono fuori da due album non esattamente memorabili e da una terza raccolta con aggiunti singoli che definire infame è poco. Bono sembra inoltre sempre più deciso ad intraprendere la strada della politica, il che ha i suoi lati negativi come anche positivi, ma comunque che piaccia o non piaccia così è. In attesa del nuovo album questi sono gli U2 del 2000. Ma non per questo è giusto rinnegare le bellissime pagine che questa band irlandese ha saputo scrivere nella storia della musica.
Una delle loro pagine più belle si chiama "The Unforgettable Fire". E proprio come da titolo, gli U2 con quest'album hanno lasciato un segno indimenticabile nella memoria di molti di noi. Gli U2 avevano un fuoco che gli bruciava dentro. Bruciava nella voce di Bono oggi spenta. Si sente bruciare in "Bad" con quella frase urlata e urlata "Io sono sveglio! Io sono sveglio" tra i fumi e le macerie di una Dublino corrosa dall'eroina, si sente espolodere in "Pride (In the Name of Love)" e così via per tutto l'album. Perché prendiamo ad esempio proprio "Pride". Un raro caso in cui ad uno straordinario successo commerciale si unisce una reale qualità di fare musica. Musica semplice, perché no, gli U2 (almeno in questo periodo) sono tutto tranne che una band complessa, ma anche musica onesta e vera. Musica mai banale che un messaggio grande o piccolo che sia lo conserva sempre.
"The Unforgettable Fire" sembra quasi un film. E' un'affascinante quadro epico dalle tinte sfumate di un mondo confuso e caotico.
Emblematica in tal senso è la traccia di apertura: "A Sort of Homecoming". Campi, neve, vento e mare; un ritorno a casa, ma da dove? Forse da un conflitto in terre lontane, un eroe o forse semplicemente un uomo attraversa il mondo per tornare a casa, dove sta la salvezza. Un paesaggio malinconico ma illuminato dalla bellissima voce di Bono nel fiore degli anni ma soprattutto dal messaggio di speranza (See the sky, the burning rain\She will die and live again) che tra fuoco e rovine la band non manca mai di lanciare. Paragonabile ad essa è la quarta traccie e title track, la bellissima "The Unforgettable Fire" appunto dove si ricordano le vittime di quel fuoco che mai nessuno dimenticherà delle bombe atomiche di Hiroshima e Nagasaki. Anche qui immagini di un mondo cupo e freddo devastato dai conflitti.
I conflitti di cui gli U2 parlano in quest'album non sono però solo di natura politica. Esiste soprattutto il conflitto di carattere personale, il conflitto con sè stessi. Il problema della droga in questo periodo è e sarà un tema molto caro alla band. Dublino è ormai per gran parte assoggettata al giro di coca ed eroina. Da questa situazione la band tira fuori una delle sue canzoni più belle in assoluto, "Bad". Preceduto dall'introduzione strumentale "4th July", è un pezzo talmente intenso e spirituale per cui ogni descrizione sarebbe pura eresia. Sicuramente il momento più alto dell'album, e senza esagerare forse anche dell'intera carriera dalla band. Si parla della piaga della droga anche nella terza traccia dell'album, "Wire" dove il grido assume toni decisamente più rabbiosi e drammatici.
Esattamente a metà dell'album, ecco il lampo di genio, la perla nascosta che non ti aspetti. I toni si calmano, le luci si spengono ed ecco apparire "Promenade". Una canzone su cui vorrei spendere qualche parola in più poiché probabilmente in pochi la conosceranno.
"Promenade", che letteralmente vuol dire "lungomare", è un affascinante bozzetto impressionista in cui vengono dipinte così come in un'istantanea fotografica le sensazioni e le figure che un paesaggio può regalare. Figure semplici e naturali. Ma proprio nella loro semplicità è dove si cela la loro essenza. Terra, cielo, mare, pioggia, e sabbia, sono tutti elementi che confluiscono a creare una perfetta armonia nel paesaggio naturale, creando così una bellissima condizione di fusione dell'uomo con esso. L'uomo, così calmo è pronto ad esplodere in ogni momento per la grandezza che sente bruciargli dentro, e quasi ipnotizzato da questa magnificenza non sembra nemmeno rendersene conto. Le emozioni lo prendono e lo lo lasciano continuamente.
E infine appare la bellissima immagine della donna e della seduzione. "Charity" è una ragazza quasi angelica, che balla tutta la notte dal tramonto all'alba solo per te. Lei cattura le tue passioni più intime, e viene inseguita tutta la notte dai tuoi desideri, ma non si concede, o forse si... E' un fiore da trattare con cura perchè sai di non doverlo perdere. Può venire, toccarti, sfiorarti, oppure volare via come un petalo trasportato dal vento. Comunque vada, con "Promenade", la notte sarà un momento lungo un sogno. Un sogno in cui lasciarsi andare. Un sogno bellissimo.
Dopo "Promenade", "4 th July" e "Bad" l'album entra nella sua ultima parte. "Indian Summer Sky" racconta di un pezzo d'America. L' America che non c'è più, quella dei pellerossa. Una civiltà sterminata che urla sotto il suolo delle grandi metropoli, ma che in pochi sembrano ascoltare. Si passa poi ad "Elvis and America", forse l'unico pezzo che ancora non mi affascina di quest'album.
Chiusura con "MLK" che ancora una volta dopo "Pride" ricorda il reverendo King augurandogli un riposo di pace e serenità. Voce delicata e soave di Bono che canta quasi a cappella una sorta di dolcissima ninna nanna. Finisce l'album, finisce il sogno ma sicuramente questo sarà uno di quelli che io non dimenticherò mai.
Naturalmente un ringraziamento speciale a San Brian Eno e Daniel Lanois che lavorando per la prima volta con gli U2 contribuiranno a farli decollare per sempre nell'olimpo del mondo musicale.
Con quest'album il campo è ormai seminato per la consacrazione definitiva. Molto presto arriverà l'albero di Joshua e le sorti della band cambieranno per sempre. Ma come si dice nei film, questa è un'altra storia.
Mi dispiace se sono stato troppo lungo ma non ho potuto trattenermi, la prossima volta cercherò di fare di meglio.
A presto, e viva gli U2, ma soprattutto la Buona Musica da qualunque gruppo arrivi!
Scaletta:
1- A sort of Homecoming
2- Pride (In the Name of Love)
3- Wire
4- The Unforgettable Fire
5- Promenade
6 - 4 th July
7- Bad
8- Indian Summer Sky
9- Elvis and America
10 - MLK
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