STILL LIFE regia di UBERTO PASOLINI DALL’ONDA

Non mi dilungherò troppo nel dire anche la mia su questo film, che nel 2013 ha vinto diversi premi tra cui quello per la miglior regia alla 70ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia nella sezione "Orizzonti".

Mi preme iniziare, un po’ perchè mi son rimaste in testa le note degli strumenti (non elettrici) di questa soundtrack e un po’ perché è quasi mia coetanea diciamo che ha l’età della mia sorellina più piccola, con colei che ne ha composto la colonna sonora e cioè la britannica Rachel Portman, la quale con un brano davvero azzeccato ci accompagna degnamente lungo tutto il film (silenzi a parte), beh è un nome di tutto rispetto con al suo attivo una quarantina circa di film dal 1990 ad oggi tra cui mi va di citare questi dieci:

La guerra dei bottoni, remake del 1994

Smoke, del 1995

La stanza di Marvin, del 1996

Emma, del 1996, vinse (prima volta per una donna) l’Oscar per la migliore colonna sonora

Le regole della casa del sidro, del 1999

La leggenda di Bagger Vance, del 2000

Chocolat, del 2000

Sotto corte marziale, del 2002

The Manchurian Candidate, del 2004

Oliver Twist, del 2005

Ok sarò breve anzi brevissimo, solo quattro cosette che mi hanno colpito più delle altre: il film chiude delle porte, una è il lavoro di John May che a soli 44 anni si trova ad essere licenziato dal suo posto di funzionario comunale nonostante la perizia con cui espleta i suoi compiti, poiché il suo dirigente ha intenzione di ehm “tagliare i rami secchi” per far risparmiare sul bilancio.

Un’altra è che il buon John May è un tipo davvero abitudinario in tutto anche nel cibo, un suo classico è “scatoletta di tonno con fetta di pane tostato” a casa, mentre al lavoro “mela” rigorosamente sbucciata in un'unica soluzione di continuità, con varie eccezioni quando sta in trasferta sui treni, e quell’unica volta che viene invitato a mangiare un boccone c/o un pensionato dove vive un ex combattente cieco gli viene offerto una tazza di tè nero e (ironia della sorte) una ehm, scatoletta di tonno con una fetta di pane tostato…

John May ama talmente il suo lavoro ed è talmente umano da scrivere personalmente ciò che verrà letto in chiesa durante le funzioni funebri e quasi sempre sarà l’unico ad accompagnare all’ultima meta i poveri defunti dopo averne rintracciato i conoscenti restii ad andare al loro funerale.

E per finire, nella sua ultima missione dove privatamente (dato che ormai il licenziamento è bello che firmato) s’incarica di accertare per l’ennesima volta chi sono i conoscenti e chi parteciperà alle esequie di Billy Stoke un alcoolizzato senza famiglia (almeno così appare finchè John May non ci metterà del suo) e uscendo dall’ufficio vede la lucida e bianchissima Audi del suo capo e pensa giustamente di fermarsi un’attimo a farci sopra una bella pisciatina liberatoria…

Il triste ma non troppo esemplare finale non lo racconto (che già l’ha spoilerato l'utente seeezer il 24 giugno 2014 verso mezzogiorno qui sul DeBasio), ma nonostante nessuno sia presente al suo funerale tranne gli addetti alla fossa con pala in mano che se ne vanno non appena hanno finito di ricoprire la buca, ehm, succede che…

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