Gli Ustmamò sono un gruppo originario dell'Appennino Reggiano, zona di Castelnovo ne' Monti e della Pietra di Bismantova (per gli appassionati di arrampicata).
Esordiscono agli inizi degli anni '90, sotto l'ala protettrice di Giovanni Lindo Ferretti, indimenticato leader dei CCCP, CSI e PGR, insieme ai quali (e ai "Disciplinatha") registreranno nel 1992 il live "Maciste contro Tutti". Nel panorama musicale italiano degli anni '90, si distinguono per l'originalità del sound, per l'ironia, e spesso l'irriverenza dei testi, per il costante riferimento alla propria terra e alle proprie radici "montanare" e, soprattutto, per la voce suadente e particolarissima di Mara Redeghieri.
Questa raccolta, pubblicata nel 2003, anno di scioglimento del gruppo, contiene alcune delle loro migliori composizioni. Come risulta evidente al primo ascolto di questo "the best of", la musica degli Ustmamò è cambiata notevolmente nel corso della loro (pur breve) carriera, passando dal post punk di chiara influenza ferrettiana del primo album ("Ustmamò" del 1991), alla trip hop dell'omonimo "Ustmamò" del 1993, dal dream-pop di "Ust" del 1996 al più elettronico "Stard'Ust" del 1998 fino al ritorno di sonorità più (convenzionalmente) rock dell'ultimo album "Tutto bene" del 2001.
Dal primo album "Ustmamò" sono tratte le ultime 3 canzoni dell'album: l'omonima "Ustmamò", teutonico punk elettrico cantato nell'amato dialetto, la dissacrante preghiera punk "Filikudi", filastrocca non-sense che si apre e si chiude su una melodia mediterranea e la programmatica "100 pecore e 1 montone", ancora nella forma di filastrocca, nella quale viene esposto il pensiero "politico-filosofico" di ispirazione agreste della band: "voglio 100 pecore e 1 montone per vivere 100 giorni da leone". Sarebbero canzoni da ascoltare rigorosamente dal vivo, con tanto di pogo.
Le sonorità della band iniziano a cambiare con il secondo album, da cui sono tratte "Tannomai", un rap cantato su un fondo grunge, perfetto anch'esso per il pogo, e soprattutto "Acant", brano più elettronico, in cui la voce della Redeghieri inizia finalmente a librarsi in volo.
E' con il terzo album in studio, "Ust" del 1996, che trova compimento il passaggio dalle sonorità punk a quelle dream-pop alla Cocteau Twins. La voce di Mara Redighieri è ora assolutamente in primo piano e i ritmi sono decisamente più distesi. "Siamo i ribelli della montagna" è una riuscitissima cover di un celebre canto partigiano, "Canto nel vuoto" una poesia tristissima su base trip-hop, "Baby Dull" una dura condanna alla superficialità del nuovo universo femminile, forte di un ritornello memorabile: "Tu mi rapisci il cuore, donna di plastica/ hai gli occhi un po' sbarrati, ma sei fantastica". "Memobox" è invece una canzone dal testo ironico, dedicata al mondo delle chat line e fu il singolo di maggior successo del gruppo, anche grazie ad un ritornello semplice ed irresistibile.
Il percorso musicale degli Ustmamò prosegue con "Stard'Ust" del 1998, con brani rilassati ed arrangiamenti ancora più elettronici. "Cosa Conta" è un brano a metà strada tra jazz ed elettronica, "Mai Più" un lento trip-hop, con un ritornello dolcissimo ed etereo, "Kemiospiritual" un tenero brano pop-elettrico.
Con "Tutto bene" del 2001, il gruppo vira di nuovo verso sonorità più rock. E' un album che ha generato un po' di delusione nei vecchi fans, ma è senz'altro di notevole qualità. "Nell'aria", forse la canzone più bella composta dal gruppo, è una magnifica ballata arricchita dalla stupenda voce della Redeghieri e da un superbo violino, "Secondo Incantesimo" una soffice melodia pop e "Per gioco" una duro rock di condonna della guerra.
In conclusione: la raccolta contiene alcuni dei brani più significativi dell'intera produzione degli Ustmamò, ma ne mancano parecchi altri, da "Vietato vietare" a "Malinconici", da "Cuore/Amore" a "Onda su Onda", da "Rosa di Sabbia" a "Opera Soap". Proprio per l'eterogeneità dei generi delle canzoni, risulta un cd di difficile (se non impossibile) ascolto. Tale raccolta è probabilmente inutile, perché i fans della prima ora preferiranno ascoltare i singoli album, mentre probabilmente chi non conosce ancora gli Ustmamò rimarrà un po' disorientato e forse deluso. A quest'ultimi consiglio quindi di indirizzarsi verso i singoli album.
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