Siamo nel 1975 quando gli UFO danno alle stampe il loro quarto disco, secondo con Michael Schenker, "scippato" aigli Scorpions del fratello Rudolf, alla chitarra dopo "Phenomenon", convincente episodio dell'anno precedente in cui i quattro hanno dato una sterzata al loro stile dopo l'uscita di Mick Bolton, indirizzandosi verso quel roccioso hard rock che li contraddistinguerà da qui in poi.

"Force It" è il secondo passo di un gruppo verso il proprio capolavoro, quel "Lights Out" che vedrà la luce due anni dopo, le composizioni cominciano ad includere parti di tastiera e gli ingranaggi mossi dalla voce di Phil Mogg, dal basso di Pete Way, dalla batteria di Andy Parker e dalla chitarra di Michael Schenker sono oliati a dovere.

Il chitarrista teutonico parla a malapena l'inglese, ma ciò non gli impedisce di dar vita insieme a Way e Mogg a canzoni come "Let It Roll", "Shoot Shoot" o "Mother Mary", tutti pezzi che diventeranno dei loro classici e che saranno pilastri nelle loro esibizioni dal vivo. Schenker è uno di quei chitarristi riconoscibili all'istante, capace di innalzare il livello di qualsiasi pezzo con uno dei suoi soli, per conferma sentire "High Flyer", ballata illuminata da un assolo in cui in poche note riesce a condensare tanto di quel feeling che per molti chitarristi "normali" sarebbe impensabile.

Ma non bisogna cadere nell'errore di considerare gli UFO solo un'appendice di Schenker, anzi, Way e Mogg sanno il fatto loro, sanno scrivere infatti grandi pezzi di puro hard rock e a loro va il merito di aver saputo ideare una formula vincente, in cui la chitarra di Schenker si incastona come un meraviglioso diamante.

Finchè non cominciano a materializzarsi le incomprensioni che porteranno alla fuoriuscita di Schenker nel 1978, il cui carattere mal si concilia con quello degli altri membri, gli UFO attraversano una stagione molto florida dal punto di vista creativo, infilando una serie di grandi dischi che li proietta fra i grandi dell'hard rock degli anni '70, e "Force It" è un passaggio fondamentale di quel percorso, non ancora ai livelli di "Lights Out", ma pur sempre un disco di ottima musica.

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