"Lights Out" aveva consacrato gli Ufo ad essere annoverati fra i grandi. Eppure, il tanto atteso grande successo può avere effetti nefasti sulle sorti di un band.
Metteteci "una spolverata di cocaina, per tenerci su di giri", come ha recentemente ammesso il cantante Phil Mogg, gare di automobili non autorizzata per i declivi di Laurel Canyon ed infine una band un po' piena di sé, e non a torto forse, dato che in quel momento è all'apice del proprio successo e delle proprie capacità artistiche, e il gioco è fatto. Il complesso di onnipotenza non è da attribuirsi a tutto l'organico della band: mentre gli Ufo si erano spostati in California, dopo la trionfale tournée di "Lights Out", il chitarrista Michael Schenker, era scomparso.
Questo non fece che peggiorare le cose: Schenker fu ritrovato dopo qualche mese sulle spiagge della Spagna, a fare il bagno con la sua ragazza. Solo l'opera persuasiva del bassista Pete Way riuscì a riportarlo dai suoi compagni di band. Schenker si sentiva oppresso dagli estenuanti spettacoli dal vivo che, complice anche una certa dipendenza dall'alcool in quel periodo, sfociò in una vera e propria fobia per il palco e in un'insicurezza generale del biondo e teutonico chitarrista. Considerato il problema della lingua (Schenker parlava un inglese pessimo), più sentito ai tempi di "Phenomenon", ma ugualmente presente come ostacolo, considerando anche che la sua grande personalità cozzava con quella altrettanto grande del cantante Phil Mogg, il quadro è pressoché completo: Schenker chiarì che sarebbe tornato, ma solo per incidere un album e suonare dal vivo nell'ultimo tour con gli Ufo, almeno fino al 1993.
Ci fu anche nervosismo in studio, complice il produttore Roy Nevison, che impose una rigida condotta in fase di registrazione, cosa che diede da un lato l'ottimo risultato dell'uscita di un disco del calibro di "Obsession", ma dall'altro ebbe modo di porre l'accento sui problemi personali della band. Nevison se la prese con in particolar modo con Paul Raymond, il tastierista/secondo chitarrista, che venne bersagliato dal produttore poiché lo considerava un ottimo tastierista ma un pessimo chitarrista, giudizio forse troppo severo.
Nonostante tutte queste premesse, l'album fu quanto di meglio gli Ufo riuscirono a sfornare, dato ancora oggi "Obession" è annoverato come uno dei migliori lavori in studio della band da parte dei fan e della critica. Forse, ciò che dal punto musicale colpisce di più, è la grande energia che traspare dalle11 tracce di questo album, in brani come Only You Can Rock Me, Pack It Up (And Go), You Don't Fool Me, One More For The Rodeo e Hot'n'Ready. Ma forse l'elemento più significativo, che conferisce una velata verve di genialità al disco è la presenza di parti orchestrali in lenti fanstaci come Born To Lose e Lookin' Out For No.1, di cui c'è anche bellissimo reprise strumentale, come strumentale è anche Arbory Hill, ove Schenker suona chitarra acustica e chitarra, un abbozzo di quella che sarà Tales Of Mistery con i suoi MSG. Grandiosa infine ache Cherry, ove è il basso di Pete Way ad essere il protagonista nel riff. Infine, una canzone di vera e propria e protesta, in cui gli Ufo lamentano il fatto che la loro casa discografica Chrysalis abbia fatto togliere proprio in quel periodo i poster degli Ufo dalle proprie sedi in favore della nuova scoperta, i Babys di John Wait: il brano si intitola infatti Ain't No Baby.
"Obsession" fa parte di quella categoria di dischi che rappresentano un ultimo baluardo, una sorta di canto del cigno di un'epoca (in questo caso quella di Schenker) della band, forse la più gloriosa, segnata dall'esecuzione sopraffina e da un alto livello di composizione delle canzoni, nonostante tutti i guai della band a livello personale.
Un'ultima parola dedicata alla copertina, ennesima stravaganza della Hipgnosis: i membri della band furono portati in una vera sala operatoria, furono vestiti in giacca e cravatta fu chiesto loro di fare il codino ai capelli lunghi. Con una colla speciale gli furono attaccate su occhi, naso e bocca delle sfere di metallo, anche se si è a lungo dubitato di questa versione fornita dalla band e si è pensato piuttosto ad un fotomontaggio. Unica pecora nera della band è Schenker, che in copertina è ritratto senza essere così conciato in mezzo Phil Mogg e Pete Way, forse a simboleggiare la sua imminente dipartita. Sul retro vi sono Andy Parker e Paul Raymond. Una copertina forse a prima vista non esteticamente piacevole, ma di sicuro di grande impatto, come lo è del resto anche il grandioso "Obssession".
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