In piena fase Isis-Neurosiana stavo cercando qualche novità sul genere di queste band, quando mi imbattei in un gruppo dal nome strano ed insolito, Ufomammut.
Girellando per internet mi accorsi non solo che il genere che fanno questi ragazzi rientra perfettamente in ciò che adoro ascoltare, ma anche che sono italiani!! Al ché mi accorsi (siamo a circa metà dell'anno scorso) che la band aveva appena pubblicato per un'etichetta anch'essa italiana, la Supernatural Cat, un disco con un altro gruppo, i Lento, anch'essi italiani e anch'essi fautori di un genere di musica che si avvicinava straordinariamente a ciò che cercavo. Il cd in questione è il presente "Supernaturals: Record One", ed è composto dai due gruppi sopraccitati. I ragazzi hanno messo assieme le forze costituendo un supergruppo ed hanno composto e registrato assieme questi sei meravigliosi pezzi. Di base li accomuna un sound lento e pachidermico, con echi e riverberi a tracciare un'atmosfera dai caratteri apocalittici minacciosi, condito da sprazzi tipicamente psichedelici (da trip piuttosto negativo però). Di differente c'è magari un'attitudine al rock per i Mammut più spostata verso lo sludge e lo stoner, per i Lento più ambient. Il risultato è un album con i controfiocchi, decisamente un vanto per l'anemica produzione italiana che di certo non vanta tanti musicisti su un panorama così estremo o comunque di nicchia.
La seconda traccia, "Down", è un ottimo esempio di quanto la musica dei due gruppi possa essere potente e rocciosa. Un iniziale riff dalle tinte notturne e ipnotiche ci accompagna per mano all'ingresso di questa caverna dei suoni, dove le onde sonore, emesse dagli strumenti di stregoni incappucciati, balzano fuori da enormi amplificatori e si infrangono addosso alle pareti della roccia. I riff sono bordate incessanti e mistiche, si accavallano gli uni sugli altri e piano piano, a spirale, vanno a costituire la struttura della canzone. Sopraggiunge poi la voce, urlata ed iperfiltrata, come proveniente dall'oltretomba, e il malefico sortilegio degli stregoni si compie: siamo loro prigionieri, la terra si sta spaccando e stiamo precipitando giù nelle viscere della terra.
Enormi scosse telluriche ci accompagnano nel nostro lento scendere in un pozzo senza fondo, mentre fiumi magmatici di suoni ci circondano e ci scorrono accanto. Il fumo è ovunque, gli occhi bruciano, la testa fa male, fino a che, finalmente, la caduta si arresta e raggiungiamo il fondo del baratro. "Painful Burns Smoke As The Presence Sets Us Down In Supersonic Waves" è il titolo della terza traccia, nonché la perfetta continuazione del nostro viaggio nell'Abisso. Rosse figure si muovono in una danza macabra e sfrenata, da forti tinte acide ma sempre lenta e tantrica. Il ritmo aumenta via via con il procedere della canzone, ed arrivati al settimo minuto l'apocalissi è ormai completa.
Da qui in poi il rumore finisce e tutto si fa quiete ed atmosfera: le prossime tre tracce sembrano vedere il sopravvento del mood atmosferico dei Lento sulla malignità degli Ufomammut. "Maestoso" è un pezzo magnifico, ipnotico mentre ti si insinua sottopelle come un virus che ti infetta. E' un crescendo che sfocia solo quando manca poco al termine della canzone, in un giro di chitarra post-rock ed una batteria che tratteggia un ritmo tribale e mistico. D'improvviso tutto finisce, e "The Overload" inizia la sua marcia trionfale, raccogliendo le spoglie della precedente "Maestoso" e tirando su una cattedrale di suoni imponente e nebbiosa. L'atmosfera che questa canzone evoca è solenne e lontana dalle fiamme delle prime tracce. Dei falò e degli incendi che si erano propagati nel raggiungere il fondo dell'abisso adesso sembrano rimaste solo ceneri, dalle quali sale di tanto in tanto un lieve fumo, memoria di un apocalissi che fu.
Ma è proprio quando tutto sembra tornato alla calma che si fa di nuovo vivo il virus, la cattiveria degli Ufomammut e le suadenti ed evocative melodie dei Lento. Stavolta l'attacco è feroce e letale, "Infect Two" ti si stampa addosso con il suo incedere solo apparentemente caotico, un calderone dal quale escono tutti i demoni che finora erano rimasti nascosti, riscaldati dal pallido tepore delle morte ceneri. Il turbine sonoro cresce in intensità ed emozioni, ti avvolge in spire sempre più stretti, la danza tantrica riparte sostenuta dalle chitarre malefiche, ed è in questo pandemonio che si realizza la vera essenza di questo disco. Si tratta di un viaggio senza inizio e senza fine, una divagazione mentale maligna parto di musicisti sicuramente sopra le righe che sono stati capaci di inscenare un'opera che sicuramente vi segnerà.
Non sono i Neurosis né i Boris né i Melvins, ma gli Ufomammut ed i Lento, anche presi singolarmente, hanno sicuramente molto da dire, e questo disco ne è la prova. Dategli un ascolto e affogate in questo feroce e allo stesso tempo ipnotico magma sonoro. Questo è "Supernaturals: Record One".
Carico i commenti... con calma