La confusione celeste.

Ulaan Khol è Steven R. Smith (Hala Strana, Mirza, Thuja). II è un capolavoro. Otto tracce tutte centrate sul suono distorto di una Telecaster, spesso accompagnato da un contorno noise, un pò meno da una batteria (presente solo nelle tracce 1 e 5) ma la costante è un clima di trance meditativa, celestiale, quasi trascendente. Demetrio Stratos raccontava di monaci che recitando con un'estenuante ripetizione la stessa preghiera alla fine riuscivano ad "incontrare" la propria guida, in un certo senso II potrebbe essere la traslazione a sei corde di quella preghiera.

Basti osservare la copertina, uno spiraglio azzurro in uno sfondo grigio, coerente. La benevola ascensione al cielo di codesto noise col proposito di spazzar via tutte le grigie impurità e i tristi assili a cui uno stato confusionale può portare.

II, sa di perdono, di purificazione, lo ascolterei volentieri in chiesa o magari alle terme, a favore dell'eliminazione del male, sia esso un peccato o una tossina. Terapeutico.

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