Ritornano gli "Ultravox" dopo più di un decennio di silenzio compilations a parte, storica formazione di quel rock-pop elettronico tanto in voga negli '80 e che molti proseliti ha creato primi fra tutti i Depeche Mode. Lo fanno in grande spolvero con questo "Brilliant" che ne vede il ritorno alla formazione originale con la voce calda ed emozionale del cantante-chitarrista Midge Ure il quale molti ricorderanno per la canzone "Breathe", usata nello
spot di una nota marca di orologi...
Il disco si allontana dalle ultime produzioni non proprio eccezionali come il pessimo "U-Vox" del lontano 1986, "Revelation" del 1993 ed il, se pur migliore sotto tutti i punti di vista, "Ingenuity" del 1996. Un disco degli "Ultravox" non si ascolta certo per la tecnica da sempre piuttosto limitata, ma per l'estro e le emozioni che spesso il quartetto londinese, ora quintetto con l'introduzione di un secondo chitarrista di nome Vinny Burns gia' presente nel penultimo album, sanno creare. La prima cosa che salta all'occhio è che il cd, formato da dodici tracce per un totale di quasi cinquantatré minuti, è composto da titoli di una sola parola...
Niente di particolarmente nuovo sotto il Sole intendiamoci, le tracce sono in pieno stile "Ultravox" primi anni '80, ma ritengo che sia improponibile chiedere ad una band di stravolgere il proprio stile naturale che, salvo rari casi di ecclettismo musicale, porterebbe a risultati probabilmente discutibili. Punto di forza delle canzoni, oltre alla voce ed alla chitarra del già citato Ure, sono come sempre le tastiere di Billy Currie, il quale sporadicamente si cimenta anche al violino elettrico, che creano il giusto contrappunto alle linee del bassista-tastierista Chris Cross, (che non è l'inventore dei reggiseno...), ed aprono la strada al batterista Warren Cann come sempre essenziale ma efficace.
Entrando nello specifico dei brani risultano molto buone "Flow" e "Rise" che ricordano da vicino le atmosfere degli ultimi "Genesis" ("Calling all Stations" in particolare), mentre il brano d'apertura "Live", la pur ottima "Brilliant" ed "Hello" la quale, ma ritengo sia ovviamente un caso, ha il tema principale del tutto simile all'omonima canzone di Cesare Cremonini, sembrano uscire dai loro ottimi "Quartet" e "Lament" rispettivamente del 1982 e 1984. Molto piacevoli anche "One" e "Remembering" che ci riportano alle emozioni dell'indimenticato "Vienna" del 1980 con atmosfere musicali sognanti ed un Midge Ure ispirato e convincente. Buone anche l'elettronica "Fall", l'energica "Satellite" e la struggente e conclusiva "Contact" forse un po' troppo "zuccherosa".
Un disco decisamente piacevole valorizzato da un'ottima produzione, anche se bisogna dire che questo genere è molto facile da "rendere". I tempi di "Vienna", "Rage in Eden" e" Lament" sono decisamente passati ma vista la "direzione" che prendono alcune produzioni "moderne" è bello talvolta fare un "tuffo nel passato" forse un pò nostalgico ma sicuramente gratificante.
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