Il vero e proprio esordio degli Ulver (tralasciando il loro primo EP "Vargnatt" e lo split con i Mysticum " Ulverytternes Kamp") è il quirecensito "Bergtatt", pubblicato nel 1995. La line-up è quella storica degli Ulver, con Kristoffer Rygg (Garm) alla voce, Erik Lancelot (AiwarikiaR) alla batteria, Håvard Jørgensen (Havard) e Torbjørn Pedersen (Aismal) alle chitarre e Hugh Stephen James Mingay (Skoll) al basso Questo album è stato uno dei primi del sottogenere folk-black, in cui il black metal si fonde con sonorità tradizionali, senza (o quasi) suoni ruvidi e cacofonici, con molte parti cantate con voce normale, a cui si affianca il tipico scream "da tortura in corso", e un'ampio utilizzo di strumenti classici (flauti, chitarre acustiche).
Il sottotitolo dell'album, "Et Eeventyr i 5 capitler" (una leggenda in 5 parti) spiega che quest'album è anche un concept: ispirato ad un'antica leggenda norvegese, le 5 canzoni narrano la storia di una giovane fanciulla che, persasi d'inverno nella foresta, vaga senza meta, finchè sente una voce incantata che la conduce nella montagna, dove sarà per sempre prigioniera delle creature che la abitano. Almeno, questo è quello che ho capito dalle traduzioni che circolano in rete, dato che l'intero album è cantato in norvegese.
Il rullante della batteria introduce "I Troldskog faren vild" (Smarrita nella Foresta Oscura), che sembra tutto tranne che un brano black metal: cantato pulito a più voci, chitarre distorte ma melodiche, il basso (non sto scherzando, si sente davvero!) che crea delicati arpeggi in sottofondo e inserti di chitarra acustica nel finale fanno da cornice per il poetico testo: "Loro aspettarono il ritorno della ragazza/Si era smarrita nella foresta oscura/Il suo unico amico/Il sentiero che la conduceva a casa/Nascosto dalla neve che si diffonde". Tenetevi forte perchè questa è solo la calma prima della tempesta…
Un minuto di flauto e chitarra acustica introducono "Soelen gaaer bag Aase need" (Tra le Rocce Cala il Sole); dopodichè arriva finalmente la sfuriata black metal. Comunque, al contrario di altre band come Mayhem, Satyricon e Immortal, il suono degli Ulver, anche nelle parti più tirate, non è quasi mai talmente sporco da non riconoscere gli strumenti, e comunque le parti più cadenzate e i frequenti cori alleggeriscono di molto l'ascolto. Il testo mette splendidamente in mostra la crescente paura della ragazza: "Una lacrima scese dalla sua guancia/Una lacrima di desiderio di ritorno a casa/Quanto desiderava resistere ed essere protetta/E dalla pena s'alzò il suo indescrivibile dolore". Un canto simil-gregoriano apre "Graablick blev hun vaer" (Lei Percepisce Occhi Grigi), che si risolve in un'altra tiratissima song black metal. Sorprendente la parte centrale, in cui viene riprodotta la corsa della fanciulla attraverso la foresta, su un sottofondo di solo piano suonato da Sverd degli Arcturus. La fanciulla si accorge con terrore che qualcosa la segue: "Percepisco occhi freddi/Quali creature sono vicine?/Velocemente, devo fuggire lontano da qui/O dalle forze della loro magia sarò catturata".
La magia di cui parla la ragazza è rappresentata dalle eteree voci che dominano in "Een Stemme locker" (Una Voce la Attira), branno totalmente acustico che invece di smorzare la tensione, la decuplica. Chiude "Bergtatt - ind i Fjeldkamrene" (Presa dalla Montagna - Nelle Camere della Montagna", brano che riassume le atmosfere degli altri brani e vi aggiunge un tocco di disperazione in più, sia nello screm che nei cori che nei malinconici stacchi acustici, perchè la ragazza ormai è entrata nella montagna e le creature malvage che la abitano "Ne fecero ciò che ne volevano/E non gentilmente".
Un autentico capolavoro per una delle migliori band black metal di sempre.
VOTO = 9 e 1/2
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