Umberto Balsamo - "Malgrado tutto... L'angelo azzurro" (1977)
Quella balena di Mina osò con spocchia rifiutare "L'angelo azzurro", scritta dalla strana coppia sicula Malgioglio paroliere e Balsamo musichiere... L'hit song girò le radio e i jukes di mezzo mondo, e tutto l'album ha delle tenere e melanconiche atmosfere di sapore battistiano che per apprezzarle oggi ci vorrebbero quelle smart drugs lente che usano certi rapper sconvoltoni. Spesso notiamo che il 1977 esprime il timore di essere lasciati. Questo è dato dal momento, che vedendo per la prima volta un declino (sarebbe il primo vero vuoto da 20 anni a questa parte, ma la gente vive senza sapere queste cose) comincia a veder nero anche quando le cose sembrano a posto. Si stà insieme ma al tempo stesso si constatano dei limiti o dei problemi e si vede nero. Ma quanti ostacoli e sofferenze poi, sconforti e lacrime per diventare noi...Battisti. Primo maggio, sul coraggio, io ti amo... Tozzi. Se sei tu l'angelo azzurro quell'azzurro non mi piace, la tristezza..Balsamo. / E sulle prime note dell'Angelo azzurro parte l'amarcord della mia prima cotta storica per le straniere; un'americanina bionda occhi azzurri. Fui conquistato, anzi, ossessionato, da questo brano di Umberto Balsamo intitolato "L'angelo azzurro". Non fui il solo: all'epoca lo si udiva ovunque e si ballava pure in discoteca... sic.
C'era questa ragazzina figlia di parenti italoamericani che era in vacanza con noi, forse era Pasqua, non so. Ero invaghito, la trovavo così diversa dalle coetanee italiane, più forte e indipendente, forse anche più aggressiva ma proprio per questo seduttiva, per quanto può esserlo un'acerba adolescente. Credo si chiamasse proprio - Angela-Angie per gli amici. Carina, con gli occhioni azzurri e la pelle eterea, molto sveglia rispetto alle coetanee italiane. Chissà perché i maschietti a parità di età, fino a tutta la giovinezza sono sempre più ritardati delle femminucce, recuperano solo anni e anni dopo.
Ci deve essere qualche arcana legge di natura che vuole questo. Angie era il prototipo delle biondine slavate col dash che avrebbero attraversato la mia vita più avanti negli anni. Mi insegnò pure le prime parolacce in inglese.. fuck off, fuck you, bitch, fag- io credevo si scriveva come si pronunciava- feig. Dolcissima vero? Se sei tu l'angelo azzurro, questo azzurro non mi piace. la bellezza non mi dice, le parole che vorrei. Queste prime cotte, fatte di gerghi, di canzoni, di messaggi più o meno espliciti, di complicità adolescenziali.... Aveva l'argento vivo addosso la biondina, e l'avrei vista bene come ragazza pon pon, cioè una cheerleader. Quando ci siamo dovuti salutare era un pò triste anche lei. Non c'è ricordo più soave dell'età più bella: l'infanzia dei meriggi estivi e delle corse sui prati verdi. Pieni di speranza. Pieni di semplicità. Pieni di quel niente che ci faceva sentire liberi.
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