E questi chi sono? Alzi la mano chi l'aveva mai sentiti. Io, nella mia sacra ignorantia debbo confessare che mi eran del tutto sconosciuti. Finché il collega Rob "Zompi", grande downloader di musica underground - a cui va tutta la mia riconoscenza - mi ha passato la sua chiavetta USB.
Che dire? Quando incappi in collettivi come questi Umphrey's McGee non puoi fare a meno di notare che sei davanti a qualcosa di insolito. Provenienti dall'Indiana e attivi già dal '97, gli UMG seguono la tradizione gloriosa di fenomeni jam quali Allman Brothers e Phish. Immaginatevi una Dave Matthews Band elettrificata che fa il verso a Police e Huey Lewis & The News, e all'interno dello stesso album sperimenta in generi diametralmente opposti (dal folk al pop, dall'hard rock al country passando per il reggae e vosì via). Il risultato è un progressive elegante e molto divertente.
Il disco che me li ha fatti conoscere è "The Bottom Half", del 2007, ed è un buon esempio della versatilità di questo sestetto. La qualità del suono è spettacolare, e le canzoni (10 tracce tutte assai differenti tra loro più un secondo disco di outtakes) sono dotate di una limpidità tecnica che ti fa subito immaginare cosa possono creare questi su un palco. Per curiosità ho voluto sentirmi qualche pezzo live e, beh, giudicate voi..
Il pezzo che introduce questo lavoro è la title track, la cui strofa dal vago sapore funky viene spezzata da un bridge che pare preso dagli anni '80 di Sting . Il ritornello è molto catchy, e finisce in un tripudio di chitarre funk-metal con tanto di assolo epico. La seconda traccia, "Bright Lights, Big City", cambia da subito le carte in tavola: i ritmi da canzone pop sono la classica apparenza che inganna, perché basta seguire l'exploit della chitarre per capire che qui si fa sul serio. "Higgins" è il pezzo reggae che non ti aspetti, e assieme alla title track e alle intense chitarre acustiche di "Home" è uno dei momenti migliori dell'album. Quando attacca lo strumentale elettronico "Atmosfarag" (dal nome del percussionista Andy Farag, ndr), se possibile si intensifica quella sensazione che ti faceva dubitare che la musica fosse sempre dello stesso gruppo.
Gli Umphrey's McGee hanno una spiccata attitudine al pop rock melodico, pur andando molto oltre gli stilemi e i confini del genere: "Red Room" scorre via liscia come l'olio, eppure a sentirla bene è costruita su più livelli, e "Intentions Clear" sembra una jam tra Toto e Huey Lewis nella sua vena migliore. Chiude le danze la bellissima "Divisions"; dieci minuti di jam melodica da volare via con la testa.
"The Bottom Half" è un album che ti prende subito: è schietto, immediato e suonato da dio. Dategli anche soltanto un ascolto, ne vale la pena. Nel secondo disco sono contenute una trentina di tracce varie tra b-side del disco precedente e varie improvvisazioni in studio e dal vivo.
Anzi anzi sarei veramente curioso di vedermi un concerto di questi tizi, peccato che dalle parti nostre non siano proprio conosciuti.
Ragione in più per essere orgoglioso di sdoganarli qui su debaser.
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