Avete presente un disco pesante?
Ecco rendetelo ancora più pesante di quanto non lo sia già di suo e ne uscirà fuori un qualcosa di simile a Lost In The Sound Of Separation.
Lost In the Sound Of Separation altro non è che il nuovissimo lavoro degli americani (Tampa, Florida per la precisione) Underoath.
Il disco segue a due anni di distanza il validissimo Define the Great Line, ove venne appesantito di netto il sound rispetto al predecessore (anno 2004).
In questo nuovo disco in uscita il 9 del mese corrente, il suono diventa ancora più pesante, lento, cadenzato e martellante e la voce di Spencer Chamberlain diventa ancora più sofferente e lancinante del normale.
Aaron Gillespie (che nel frattempo si è dilettato nel side-project The Almost) ha poca voce in capitolo (intendo sempre rispetto ai vecchi lavori).
Sotto contratto per Tooth & Nail, etichetta devota a band perlopiù cristiane, i testi della band riguardano ancora una volta la religione sotto ogni sua forma ma questa volta in modo più distaccato, in modo più selvaggio ma al tempo stesso in modo più viscerale.
Questa volta tutto è visto come se fosse senza speranza, come se l'essere umano è il primo nemico di se stesso e i 5 giovani cristiani non possono far altro che invocare l'aiuto di Dio che inerme vede gettare fango su ogni sua creazione sulla terra fino a che tutto rimane vuoto e desolato ("Desolate Earth", traccia di chiusura).
Dimenticate tutto quello che ha a che fare con una canzone, con un testo,con una strofa e un ritornello.
Dimenticate tutto quello che a che vedere con lo scontato e con il già sentito, qui Spencer Chamberlain urla su tempi dispari e Aaron Gillespie compare sempre più sporadicamente ma sempre nel momento giusto e più opportuno come in "A Fault Line, A Fault Mine".
In "Emergency Broadcast" i nostri ci avvisano che la fine è vicina, più vicina di quanto pensiamo.
Subito dopo in "The Only Survivor Was Miraculously Unharmed" ci spiegano che l'unico sopravvissuto è miracolosamente incolume e che scendere verso gli abbissi potrebbe essere quasi rilassante ("Coming Down is Calming Down").
Arrivati alla traccia numero nove arriviamo anche al primo singolo "Desperate Times Desperate Measures" in cui ci viene spiegato che in tempi di carestia (in tutti i sensi) ogni soluzione è buona per sopravvivere.
Dopo il quasi perfetto "Define the Great Line" gli Underoath ci regalano un album praticamente perfetto, sicuro, senza sbavature e compatto. Un album che rientra di diritto nella lista delle migliori uscite di questo 2008.
Nota : L'album sarà disponibile in tre versioni: quella standard, una speciale ed una deluxe. Quella speciale contiene in aggiunta un DVD contenente un documentario di 40 minuti sulla creazione del disco prodotto dalla The Audible Diversion Group, compagnia cinematografica indipendente fondata dagli stessi Underoath nel 2007. Il documentario è stato filmato e montato da Timothy McTague, cantante e chitarrista della band stessa, e dal regista Ryan E. Gardner. L'edizione deluxe, limitata a 5.000 esemplari, contiene invece in aggiunta a tutto ciò i brani dell'album suddivisi in due dischi in vinile da 10" ed un libretto di 56 pagine (contro le 20 delle altre versioni). Tutte le versioni sono dotate di grafica - leggermente - differente.
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