Gli Unexpect sono dei fottuti malati di mente. Ma forse, da più giovani, non erano proprio così schizzati.
E' il 1999 quando questa poliedrica band canadese pubblica da sè la propria prima release, che presenta già il sound schizofrenico che la contraddistinguerà più avanti negli anni, quando pubblicherà quello psicopatico capolavoro chiamato "In A Flesh Aquarium".
"Utopia" non è un grandissimo album, diciamolo subito. Le canzoni presentano ancora una struttura quasi regolare, lasciando soltanto intravedere uno sprazzo della follia futura del gruppo in qualche repentino cambio di tempo e in qualche urlo pazzoide sparsi qua e là. Nonostante questi pochi tratti di originalità però, questo disco autoprodotto ci propone un Symphonic Black Metal forse troppo legato a tastiere e violini, come ad esempio nella trascendentale "Palace Of Dancing Souls", lungo pezzo strumentale che ci presenta un sognante pianoforte accompagnato da strumenti ad arco.
Il basso a nove corde inoltre non trova il proprio giusto spazio, coperto dagli altri strumenti, mentre la voce della cantante, che poi se ne andrà dal gruppo per essere rimpiazzata, è utilzzata quasi esclusivamente per il canto pulito, rendendo così alcuni pezzi incredibilmente vicini al Gothic Metal. Alcune canzoni, come ad esempio "Metamorphosis", sanno inoltre di già sentito.
Insomma, questo "Utopia" è un album indubbiamente sufficiente, ma ancora grezzo e che ci da solo un minimo assaggio di quello che saranno gli Unexpect in futuro. Spero che la prossima release del gruppo, in uscita tra poco, non ci deluda.
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