Gli Universal Totem Orchestra sono una leggendaria band nata da una costola dei mitici Runaway Totem, alfieri italiani dello Zeuhl. Fu fondato infatti dall’allora sezione ritmica dei Runaway Totem formata dal bassista Giuseppe Buttiglione, poi fuorisucito e sostituito dall’altrettanto bravo Yanki Lorenzo Andreatta e dal batterista G. Golin. Il gruppo ha saputo far propria la lezione dei Magma di Christian Vander Il loro disco d’esordio “Rituale Alieno” del 1999 è un piccolo capolavoro del genere “Zeuhl” in cui rivive lo spirito di una pietra miliare come Mekanik Destruktiw Kommandoeh dei Magma. Si tratta di album dirompente e carico di una potenza oscura e apocalittica difficilmente superabile. Il successivo “The Magus” del 2008, pur essendo sempre un buon lavoro, non riusciva in effetti a replicarne lo splendore. Ora la Black Widow fa uscire il nuovo album intitolato “Mathematical Mother”.

Rispetto al passato si nota una maggiore propensione ad arricchire il proprio sound: si ascoltano così echi del prog italiano, in particolare degli Area. Detto questo la matrice zeuhl non è certo finita in secondo piano: anzi nella prima traccia, la bella e lunga “Terra Cava”, la struttura ritmica è tipicamente “magmiana” e, in particolare, il giro di basso sembra provenire direttamente da Jannick Top. I cori maschili sono un altro tipico elemento che donano al contesto un’impronta “vanderiana” mentre la splendida voce soprano di Anna Torres Fraile riesce a caratterizzare in maniera unica il loro sound. Gli arrangiamenti sono estremamente raffinati e puliti e sono arricchiti anche dalla chitarra di Daniele Valle, dal sax di Antonio Fedeli e dalle tastiere e dal pianoforte di Fabrizio Mattuzzi, gran protagonista nella citata “Terra Cava”. Nella successiva “Codice Y16” ci sento qualcosa del Banco del Mutuo Soccorso mentre “Elogio del dubbio” è caratterizzata da ritmiche jazz-rock. “Architettura dell’acqua” inizia con atmosfere più pacate con la voce della Fraile in evidenza: le tastiere ci avvolgono in spirali sinuose poi la musica si addentra ancora in territori jazz-rock. Dopo l’incisiva “Città infinite” la conclusiva “Mare verticale” chiude in maniera “esoterica” e geometrica il disco.

Nel complesso “Mathemical Mother” conferma il valore della Universal Totem Orchestra anche se gli splendori di “Rituale Alieno” sembrano, anche in questo caso, lontani. La raffinata e oscura copertina è opera dell'artista Danilo Capua.

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