Partiamo dalla fine: ho stretto la mano a Chris Spencer. E mi sono anche fatto la foto con lui, nonostante poi ricordarmi di avere un cellulare scrauso, e la fotocamera... Beh, altrettanto. In pratica non si capisce una minchia o quasi.
Ora posso raccontare dal principio.
La cosa più spettacolare dell'intero evento è stata certamente il mio triplo salto mortale carpiato all'indietro facendo l'elicottero con... A voi la libera interpretazione, per trovare i 10 euro dell'entrata. Una volta trovati, saluto casa mia e mi avvio verso il Magnolia; una volta arrivato, saluto la mia cara macchinina dando il benvenuto al mitico microclima dell'idroscalo e le sue migliaia di zanzare, che di lì a poco avrebbero banchettato manco fosse Natale più qualche altra festa concentrate in due ore e mezza.
"Sì, ma checcefregànnoi? Dicce der concerto!"
E avete anche ragione.
Prima degli Unsane dovrebbero suonare tali Filth In My Garage, gruppo mai sentito nominare prima, e mai ascoltato neanche ora dato che arrivai troppo tardi per la loro esibizione. Quindi se avete aperto solo per sapere qualcosa su di loro il massimo che posso offrirvi è una scrollata di spalle.
Fantastico! Mi apposto di fianco al palco e chi vedo? Il mitico Chris appollaiato sui gradini con una sigaretta! Faccio per avvicinarmi per dirgli qualche stronzata (e approfittarne per scroccare) quando un losco figuro mi precede per dirgli qualcosa a riguardo del fatto che dovrebbero cominciare. La prendo piuttosto bene e mi apposto lì vicino per poter fare spionaggio industriale sul loro setup godendomi comunque il concerto.
Salgono sul palco, qualche stronzata, qualche parola, un tempo scandito e... BOOM! D'un tratto l'intero luogo, spettatori annessi, viene risucchiato in un vortice scorticante, fatto di immagini inquietanti e suoni (o meglio rumori) insostenibili dall'orecchio umano. Motivo per cui gli unici a capirci qualcosa sono i membri del gruppo stessi: non di questo mondo.
Ogni nota è una scheggia di vetro dritta nell'occhio, ogni canzone un vaso da fiori piantato nel culo senza passare dal via. Un ininterrotto delirio di violenza gratuita che consuma e si consuma in lentissimi attimi.
Chris Spencer è... Ma che cazzo ne so cos'è, semplicemente spacca tutto, con l'ausilio di una Telecaster e di una distorsione malandata che ne ha viste anche troppe, ma per la quale non è certo finita qui. Dave Curran, più che suonarlo, tortura il suo basso al fine di fargli emettere i suoni più tremendi che abbiate mai (non)sopportato. Vinnie Signorelli ha almeno una decina di bacchette di riserva nella tasca, mi stupisce che ne abbia dovuto cambiare solo una, e ho detto tutto.
Sono in tre, ma fanno casino per trenta. Il loro non è un muro di suono qualsiasi, è quello di Berlino al massimo del suo splendore.
E, sempre d'un maledetto tratto, i tre scendono dal palco e vengono a sedersi dove stavo io (e qualcun'altro) a guardare.
Tizio random 1: "One more!"
Tizio random 2: "Come on maaaan, one more song please! one more, two more songs!"
Tizio random 3: "Checcheeeeeezzo dai, tornate su and one more!"
Chris Spencer: "Minkia che cagacazzo, alright guys, they want one more, we'll give them one more, così la smettono di rompere, cribbio!"
E quindi ricominciano ad attaccare gli strumenti, e quindi... e quindi niente. Suonano altre due canzoni scatenando il putiferio sotto al palco come mai prima d'ora durante la serata, e poi lo show è davvero finito.
Rimango però sotto al palco e li aspetto come uno stalker aspetta la sua vittima, e torniamo al prologo della recensione: ho stretto la mano a Chris Spencer e mi son fotato con lui. E finalmente gli ho scroccato la tanto agognata sigaretta, perché durante la serata ne ho scroccate tante, ma mica vorrete dirmi che è la stessa cosa che chiederla a Chris Spencer degli Unsane! Gli chiedo pure di firmarmi l'agenda sul giorno 27, come commemorazione dell'evento.
E poi scese dal palco pure Dave, e agguanto pure lui per parlare di alti ma soprattutto di bassi, mi conquisto la sua attenzione dicendogli di quanto anch'io suono quel magico strumento e ne approfitto per chiedergli che distorsione usa per un suono così bello-ma-brutto. Dopo un po' di chiacchere su quanto siano in effetti fighi i Rat vintage rispetto ai reissue, mi ricordo che dovrei andarmene, quindi chiedo la firma pure a lui e vado alla ricerca dell'ultimo rimasto perché non c'è due senza tre. Lo trovo intento a parlare con un mucchio di gente, finché finalmente si libera e comincio ad ammorbare le palle pure a lui con le mie stronzate. Infine mi fa pure la dedica sull'agenda senza che glielo chiedessi e posso finalmente ritenermi soddisfatto.
E dopo tutte quest'esperienze, saluto le care amiche zanzare (che dopo ieri sera mi vorranno bene a vita) e torno in macchina diretto a casa, con il portafogli alleggerito e il cuore appesantito.
(P.S.: Ma in tutte ste minchiate, ve l'ho detto che Chris Spencer sputa peggio di un lama? E io che lo guardavo in controluce vedevo pure le particelle disperdersi nell'atmosfera! Che spettacolo!)
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