A volte basta poco per sentirsi vivi. Non so neanche più quante mattinate, post sbronza del sabato sera, ho cercato di non fare esplodere la mia testa.

Ascoltare il proprio respiro... solo per sentirsi vivi.

Gira tutto. Dimenticarsi come si sta in piedi. Confondere la destra con la sinistra. Poche forze in corpo, necessarie per trascinarsi dal letto allo stereo.

Musica: per salvarsi.

Rigenerare il mio sonno malato. E il SUO sguardo non  ha più senso. Potrebbe anche non aver mai avuto gli occhi, per quel che mi riguarda.

Mi serve solo una cura. Qualcosa che mi trascini altrove. E LEI non esiste. Un sorriso soddisfatto sottolinea il fatto che per una volta QUELLA STRONZA sia fuori dalla mente... perché tutti abbiamo avuto una stronza. Tutti abbiamo avuto il cuore a pezzi, anche solo per pochi minuti.

(Devo smetterla di incollare immagini sbiadite all'interno delle mie palpebre per vederTI anche ad occhi chiusi).

Autolesionismo musicale.

C'è qualcosa di più sublime dell'ascoltare  musica che ha segnato  momenti che non torneranno più?

C'è qualcosa di più triste, malinconico, meraviglioso?

Cazzo, non c'è.

Non c'è, questo è quanto. Non lo troverai mai.

Mai.

Leaves Turn Inside You sono io. Sono io che fuggo immobile. Scappo restando nel mio mondo.

Gli Unwound di Fake Train erano rumoristi sonici e li ho amati. Gli Unwound di questo doppio album sono altro. Psichedelia, viaggi interstellari, echi distanti post-rock, voci del cosmo, motorpsychosi, i Sonic Youth più educati, morbidi sussurri shoegaze: One Lick Less è stata registrata su una nuvola, non c'è altra spiegazione. Un'opera immensa che accosto tranquillamente a Mellon Collie o Trust Us o, ancora, a DayDream Nation.

Un'ascesa al cielo, partendo dall'inferno, che attraversa tutti i rumori e tutti gli umori.

Ascoltare musica che è il proprio respiro.

E forse non sto realmente parlando di musica... forse ho solo parlato di me...

O chissà, forse ho parlato di te...

Si, tu che stai leggendo...

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