Non è mai facile recensire un gruppo come gli Uochi Toki. Soprattutto se il duo rap in questione pubblica il brano  tratto dall'ultimo disco "Idioti", edito nel 2012 per La Tempesta Dischi. Ecco lo vedi, nonostante i tuoi sforzi, sei lo stesso scaduto nella banale retorica del web-recensore medio, compilando "con l'ausilio di informazioni reperite in rete" un breve elenco di ragguagli che difficilmente potranno interessare a qualcuno.

Ok, riproviamo... La distopia è la superficie, ciò spinge un uomo a rifugiarsi nelle viscere della terra. Làthe biòsas. Vivi nascosto. La realtà del sottosuolo gli è congeniale, egli è uno dei pochi a potersi adattare "al flettersi delle linee di spazio e tempo" a differenza degli altri esseri che "diventano solo parte degli eventi" incapaci di agire e di modificarne il corso. L'unica via d'uscita è un luogo chiuso. Ad accompagnare la narrazione di Napo, scandita da una voce filtrata proveniente dal mondo sotterraneo, troviamo i suoni di Rico più claustrofili che claustrofobici. Flussi sintetici continui che estraniano dalla non-realtà superficiale, coadiuvati (o intervallati) da basi ritmiche spigolose.

I 14 minuti di Distopi costituiscono una cernita di temi già presenti nei lavori precedenti: il mago e il rapporto spazio-tempo (di "Cuore amore errore disintegrazione"), la claustrofilia (presente in "Libro Audio"). Le basi strumentali non si discostano troppo dal rumorismo di "Idioti" e sfociano a più riprese in digressioni più o meno minimali.

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