Avevano portato un senso al rap, un genere che mai è riuscito ad appassionarmi, gli italiani Uochi Toki, non a caso odiati dai fans del genere e amatissimi da chi cerca qualcos'altro. Un duo che è riuscito a raccontare, con una narrativa principalmente terrorista, un universo a parte, violento ma non troppo, metaforico, eppure realista e quotidiano. Raccontavano il mondo come nessuno, in due album rivoluzionari come il sentitissimo "Libro Audio" e, soprattutto, un capolavoro come "Cuore Amore Errore Disintegrazione", racconto vero e proprio di vita, capace di alternare filosofia e riflessione ad esplosione di rabbia, ironia sarcastica, umorismo caustico, dolenza e furia.

E poi, l'attesissimo nuovo album, appena uscito: "Idioti", salutato dai due fautori con la solita provocazione ironica: "è la nostra svolta pop". Niente di più falso, o meglio quasi. Perché, effettivamente, dopo la distruzione anarchica che li hanno caratterizzati finora, con una tensione e un'apertura radicale verso una nuova tipologia di narrazione, dove il suono e la base diventano parte fondante del racconto, hanno adottato una sorta di sbilenca forma canzone (a volte, con tanto di ritornelli e parti cantate!). E se prima, la bellezza della loro ricerca sonora, stava nel creare film senza immagini, ora, ci si concentra sulla musica, con risultati che potevano essere ancora rivoluzionari, ma che, invece, prima stancano e poi irritano. . Eccezion fatta per la splendida apertura nervosissima di "Ecce Robot", alienazione distruttiva di suoni sepolcrali ed esplosivi, non a caso, scelta come primo singolo, infatti, l'album non funziona minimamente. Anzi, annoia a morte. I suoni non hanno più nulla da esprimere, se non un tentativo, malriuscito di sperimentare. E, quindi, via alle percussioni pesanti, al glitch, all'elettronica minimalista. E ci va pure bene, ma mancano anche i testi. Ebbene sì: quello che meglio riusciva ai due narratori sonici, si distrugge. Quindi via all'ironia che non morde, a stereotipi, a ripetizioni stanche, frasi che non mordono, testi che sembrano solo abbozzati. Inutile citare gli altri pezzi, perchè non esistono.

"Idioti" è il regno del vuoto, dello spergiuro, di un gruppo d truffatori che si spacciano per gli "illustri". Già. Non ce lo aspettavamo. Ma questo disco non è di transizione: è un completo fallimento. La noia ci chiude le palpebre e lo scroto cade a terra.

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